Il 23 Settembre 2010 il Parlamento della Catalonia ha votato a larga maggioranza (118 voti a favore, 17 contro) la Legge dell'occitano aranese in Aran, che d'ora in poi è la terza lingua ufficiale della Generalitat. Non so se viene afferrato bene il concetto. Non lingua ufficiale in Val d'Aran, ma lingua ufficiale estesa a tutto il territorio della Catalonia. Un processo di valorizzazione e di uso della lingua che riguarderà l'amministrazione, l'insegnamento, i mezzi di comunicazione e le attività culturali. La domanda interessante che ci dobbiamo porre è la seguente: constatando che la lingua occitana è estesa su 3 Stati, e che ogni Stato ha il suo modo di vedere la tutela di questa lingua:
–in Italia la lingua occitana è tutelata dalla legge 482/99 "Norme a tutela delle minoranze linguistiche storiche", legge interessante nei suoi principi ispiratori ma quasi totalmente inapplicata nella pratica.
-in Francia la lingua occitana non è tutelata, solo recentemente si è aperto uno spiraglio nell'aggiunta nella Costituzione francese di un articolo molto vago che riconosce l'apporto di ricchezza delle lingue regionali.
-in Catalunya con l'approvazione di questa legge si è raggiunto forse uno dei più avanzati gradi di civiltà europea per la tutela e la promozione di una minoranza linguistica, attuata da una Regione che già ha fatto della lingua catalana un motore di coesione e di sviluppo civile.
Cosa cambierà a livello pan- occitano con l'approvazione di questa legge? Che contributo, che cambiamento apporterà alla visione generale della lingua occitana nel suo insieme? La forza applicativa di questa legge apporterà una normalizzazione linguistica della lingua occitana condivisa? Ci sarà la possibilità di avere una televisione satellitare in lingua occitana? Ci saranno dei progetti pan occitani ai quali le associazioni non solo aranesi e non solo catalane potranno attivamente partecipare per sviluppare modelli condivisi per l'Occitania intera?
Secondo me questa è la domanda fondamentale che ci si deve porre. E ancora:
-Come sarà posta a livello europeo la percezione dell'estensione geografica della lingua occitana e di un suo riconoscimento nella sua unitarietà?
La Generalitat di Catalunia all'interno di accordi quadro che già ha con altre regioni che hanno al loro interno la minoranza di lingua occitana (per es. con la Regione Piemonte) proporrà percorsi comuni condivisi che vadano a promuovere concretamente la lingua occitana nei settori dell'amministrazione, dell'insegnamento, dei mezzi di comunicazione e delle attività culturali?
Per noi occitani della Regione Piemonte in Italia queste domande non sono oziose. Considerando che siamo 180.000 persone che viviamo in un territorio di montanga che è marginale nella Regione Piemonte, che politicamente non contiamo nulla e non abbiamo una classe dirigente che sappia aprire un tavolo di lavoro serio di trattativa applicativa della legge, ci aguriamo che questo atto importante e qualificato della Generalitat di Catalonia avvii almeno un processo di "buone pratiche" interregionali e transnazionali che portino una ventata di novità e sdoganino la lingua occitana dal ghetto istituzionale, sociale e comunicativo nel quale attualmente si trova.
A nostro avviso questa legge potrà veramente essere definita storica se darà avvio ad un cambiamento di prospettiva pan occitana armonicamente inserita nel contesto europeo.