Presentato a Courmayeur il progetto di rinnovamento del Museo Duca degli Abruzzi di Courmayeur, che custodisce le memorie delle locali guide alpine, le prime in Italia e le seconde al mondo a riunirsi in Società, simbolo del rapporto che da sempre lega l’uomo alle montagne. Il Museo diventerà un polo museale all’avanguardia e riunirà sotto un unico tetto un centro espositivo, un centro di ricerca e di studio e un punto di riferimento per la diffusione e la divulgazione della cultura alpina.
Lunedì 15 luglio, nel Municipio di Courmayeur, alle 18, è stato presentato il progetto di rinnovamento del museo. A dare impulso a questa nuova fase sono state la ristrutturazione della sede storica, nella Casa delle Guide, e la nomina del nuovo direttore scientifico, Paolo Gheda, professore di storia dell’Università della Valle d’Aosta. «Arrivati in vetta, gli orizzonti si allargano – ha dichiarato Arrigo Gallizio presidente della Società delle guide alpine di Courmayeur – Grazie ad un progetto Interreg abbiamo ristrutturato la Casa delle Guide, e ora, con il professor Paolo Gheda, avremo la possibilità di valorizzare appieno questo patrimonio. In tanti abbiamo fatto crescere il turismo di Courmayeur e del Monte Bianco, guide, famiglie, imprenditori, enti, non dobbiamo perdere questo fondamentale filo conduttore. Il turista in visita a Courmayeur deve “respirare” la montagna, percepirne gli aspetti ambientali, storici e culturali. La Casa delle Guide è come uno scrigno che racchiude l’anima, l’essenza di queste vette. Oltre all’allestimento di una mostra permanente, presenteremo delle mostre itineranti che dialogheranno con Trento, Bolzano, il Piemonte e i vicini territori transalpini, saremo come una cordata tesa verso un obiettivo».
Come ha ricordato il sindaco di Courmayeur, Fabrizia Derriard, «Sono due gli aspetti che rendono possibile l’attuazione del progetto. Custodiamo da sempre il nostro grande patrimonio culturale, abbiamo un archivio storico classificato che contiene documentazione e testimonianze sulla montagna, l’alpinismo, il Monte Bianco, la comunità, il turismo. Inoltre abbiamo degli spazi che ci permettono di sviluppare un progetto come questo. Tra questi, c’è sicuramente il Jardin de l’Ange, che si pone come sito strategico nella valorizzazione culturale e turistica di Courmayeur, in base all’impegno congiunto del Comune di Courmayeur e della Società delle Guide. Sono locali e strutture che mettiamo a disposizione per valorizzare al massimo ciò che già esiste sul territorio. Possiamo diventare un punto di riferimento in Valle d’Aosta. Fare cultura è un concetto che assume contorni più ampi, che si rivolge anche alle nuove generazioni, che pensa al turismo di domani e che ritaglia un importante angolo di memoria per i cittadini di Courmayeur».
Paolo Gheda, docente di storia contemporanea all’Università della Valle d’Aosta ha ringraziato Courmayeur e le guide alpine per la calorosa accoglienza. «Questo progetto – ha spiegato – parte da profonde basi scientifiche, ma anche dalla cultura viva, attuale, propositiva, che presta attenzione al turismo. Il nostro obiettivo è trasformare il museo, nel tempo, in un vero e proprio polo museale di respiro non solo regionale, ma anche nazionale e internazionale, per dotare l’Alta Valle di un sistema articolato che valorizzi appieno ciò che offre il territorio, coinvolgendo tutti gli attori locali, la comunità nel suo insieme. A questo proposito, mi appello a tutti, chiedendo di mettere a disposizione immagini, documenti, testimonianze, oggetti e ricordi. La vera montagna, quella per antonomasia, è qui, ed è un fatto incontrovertibile. La cultura del Monte Bianco, in tutte le sue sfaccettature, deve essere una cultura dell’eccellenza, non per sterile compiacimento erudito, ma per attirare energie, idee e persone, e trasmettere e veicolare identità». L’Assessore regionale al Turismo, sport, commercio e trasporti Aurelio Marguerettaz si è congratulato per l’iniziativa. «E’ un progetto assolutamente in sintonia con gli indirizzi dell’amministrazione regionale. Oggi ogni potenziale turista ha il mondo intero a portata di mouse, entra in contatto con una moltitudine di offerte di ogni tipo che finiscono per occultare le nostre proposte. Solo se eccelliamo possiamo emergere dalla massa ed ottenere attenzione e visibilità. Abbiamo una certezza – ha affermato – e con questa ci presentiamo al mondo: la montagna, come concetto, come esperienza, come cultura, è nata qui. E’ un primato che deve essere posto al centro di ogni nostra iniziativa turistica. Per questo stiamo cercando di declinare qualsiasi proposta attorno alla montagna».
In questo periodo all’interno del museo Duca degli Abruzzi si trova un’installazione permanente che espone preziosi cimeli che raccontano la storia delle guide alpine, dell’alpinismo, delle grandi esplorazioni. A partire dal 3 agosto sarà visitabile una prima esposizione temporanea, dedicata al turismo anni ’50, “Giocattoli e balocchi, ricordi di Courmayeur”. Nel frattempo, sotto la guida del nuovo direttore scientifico, nel corso dell’estate e dell’autunno verranno delineate le prime iniziative del “nuovo corso”.
Foto: Vittorio Sella, il Duca degli Abruzzi – Elcta Mondadori