Lajetto è uno degli ultimi paesi della montagna condovese ad essere stato raggiunto dalla strada carrozzabile, che qui arrivò solo nel 1958. Allora il paese contava 600 anime; queste davano la forza e gli attori per la manifestazione di Lajetto e di tutte le altre borgate. Ma la gente di montagna ha saputo mantenere vive alcune tradizioni meglio che in altri luoghi e ciò vale anche per il tipico carnevale.
Andiamo a scoprire questa affascinante storia. Già dalla sera precedente l'Epifania, quando tutti dormivano, i giovani rastrellavano tutti quegli oggetti che venivano lasciati nei cortili come carrette, gerle, scale e tutto quello che si può trovare davanti alle case, per ammucchiarli nella piazza della chiesa del paese. Al risveglio le persone scoprivano la mancanza degli oggetti ed erano costrette ad andare in piazza per raccoglierli. Questi fatti erano denominati le “disprezie”! Le “buzaie” invece erano rime e scherzi letti davanti alla chiesa, all'uscita da messa, da due uomini accompagnati da un terzo che reggeva un grande ombrello colorato ed una candela. Le rime prendevano in giro ed a volte, scherzosamente, maritavano le ragazze o alludevano a difficili accoppiamenti di persone.
La domenica grassa finalmente si svolgeva il carnevale ed ognuno aveva il proprio personaggio da rappresentare.
La festa popolare della frazione Lajetto ritorna a rivivere quest'anno, nel tempo di Carnevale, dopo un silenzio durato oltre cinquant'anni, e grazie al libro “Lou Carlevé dou Lieut" di Piercarlo Grimaldi-Alfredo Re. Tavole: Giorgio Cinato raccolto da Tsambra Francoprovensal, per Chambra d’Oc, alla passione di alcuni abitanti e alla costanza di una ex assessore alla montagna del comune di Condove, Emanuela Sarti, che hanno ricostruito le forme e le pratiche di questo eccezionale Carnevale alpino. La serata sarà accompagnata dal concerto dei Troveur Valdotain.