Il giovanissimo climber americano Alex Honnold, audace scalatore solitario, sarà tra le star del 62° Trento Film Festival.
Il 1° maggio all'Auditorium S. Chiara di Trento la sua prima serata in Italia. Il Festival conferma quindi il suo primo grande ospite in vista della 62a edizione, in programma dal 24 aprile al 7 maggio a Trento e Bolzano.
Alex Honnold, che da pochi giorni ha aggiunto un ulteriore prestigioso exploit al suo notevolissimo palmarés, vanta la prima traversata integrale del Gruppo del Fitz Roy in Patagonia, compiuta insieme ad un altro grande nome dell'alpinismo a stelle e strisce, Tommy Caldwell. Questo concatenamento rappresenta una nuova pietra miliare nella storia dell’alpinismo patagonico, a lungo cullata e invano tentata dai più talentuosi alpinisti esperti di “cosas patagonicas”.
I video degli exploit di Honnold sono tra i più cliccati sulla rete, ultimo in ordine di tempo (con 706.000 visualizzazioni) quello che documenta la salita, sempre in free solo, della via “Sendero Luminoso”, sul pilastro centrale della parete El Toro, alta più di 500 metri e difficoltà fino al 7b+, a Potrero Chico in Messico.
Alex Honnold, from Sacramento in California, ha iniziato a scalare ad 11 anni e all’età di 18 anni ha abbandonato gli studi di ingegneria a Berkeley per dedicarsi a tempo pieno all’arrampicata. La sua specialità sono le grandi pareti estreme e non a caso la Yosemite Valley è il terreno da lui preferito. Qui ha salito in libera la Salathé Wall e la via The Nose su El Capitan. Sempre in free solo ha salito la regoular route sulla parete nord ovest dell’Half Dome, e in occasione di questa salita è stato realizzato il documentario “Alone on the wall”, premiato come miglior film d alpinismo al Trento Film Festival 2010. Nel 2011 ha salito ancora free solo la celebre Phoenix, il primo storico 5.13 della Yosemite. Con Hans Florinne nel giugno 2012 ha stabilito il nuovo record di salita della via The Nose in 2 ore 23 minuti e 46”. Honnold, a dispetto della giovane età, è uno specialista dell’espressione più estrema, sia fisica che psichica, dell’alpinismo solitario il “free solo”, ovvero salire le pareti in libera e senza corda, e dunque senza alcuna chance in caso di errore: se si sbaglia si cade…e si muore.