L’8 maggio, alle 21, il palcoscenico dell’Auditorium Santa Chiara di Trento, ospiterà Reinhold Messner e Hervé Barmasse in “150-100-50-0- Storie di alpinisti fra il Cervino e la Guerra”, pensato in occasione della coincidenza di alcuni anniversari che ricorrono proprio quest’anno, primo fra tutti i 150 anni dalla prima salita del Cervino.
«Un titolo – spiega Sandro Filippini che ha collaborato alla realizzazione dello spettacolo – scritto in cifre e fatto di numeri: “150-100-50-0”. Ma non si tratta di misure o di record. Si tratta di anniversari, per raccontare di uomini e delle loro gesta, fatte per sfida, per amicizia, per necessità o per dovere. Il sottotitolo, infatti, recita “Storie di alpinisti fra il Cervino e la Guerra“. A condurre la serata, con accompagnamento di musiche e letture, sarà, come consuetudine nelle ultime edizioni del Trento Film Festival, Reinhold Messner. Non da solo: insieme a lui ci sarà Hervé Barmasse. Il più famoso degli alpinisti sarà dunque in cordata con un esponente di punta delle nuove generazioni, capace di aprire nuove porte al futuro ispirandosi ai grandi del passato, nato sotto il Cervino, la montagna sulla quale ha aperto nuove vie e compiuto numerose prime ascensioni solitarie e invernali. L’interlocutore più adatto, quindi, per legare l’oggi alle storiche imprese di Jean Antoine Carrel ed Edward Whymper, salitori del Cervino nel 1865, o di Walter Bonatti, che un secolo dopo sulla parete Nord di quella montagna disegnò, in 5 giorni e 4 bivacchi, il suo ultimo, grande capolavoro in solitaria e in invernale. Senza dimenticare anche gli uomini, alpinisti e non, che sulle montagne 100 anni fa furono costretti a farsi la guerra, come purtroppo ancora oggi avviene».
Il 10 maggio, alle 21, il Teatro Gries di Bolzano, vedrà come protagonista ancora Hervé Barmasse con lo spettacolo “Hervé Barmasse racconta il suo Cervino”, un “viaggio che ripercorre attraverso filmati e racconti dell’alpinista valdostano le esperienze vissute su questa montagna tra nuove vie, prime solitarie e prime invernali compiute ispirandosi agli alpinisti del passato. Nel foyer/atrio dell’Auditorium Santa Chiara (Via Santa Croce, 67) è allestita la mostra “Oltre il Cervino” di Hervé Barmasse, presente al festival anche in qualità di giurato. La storia dei Barmasse si inquadra nella lunga e gloriosa tradizione delle guide del Cervino, iniziata nel 1865 quando Jean-Antoine Carrel scalò la cresta del Leone dal Breuil e aprì la strada a una professione che dura da centocinquant’anni. Hervé, la quarta generazione dei Barmasse, con le sue solitarie sul Cervino e le scalate sul granito del Karakorum e della Patagonia, è oggi uno degli alpinisti di punta a livello europeo.
A coronamento di questo percorso da segnalare a Palazzo Trentini (via Manci 27) la mostra “Quintino Sella alpinista e la battaglia del Cervino, a cura di Pietro Crivellaro e Lodovico Sella.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Fondazione Sella e che sarà aperta fino al 10 maggio, s’inserisce nel programma di eventi che il festival ha organizzato per celebrare i 150 anni delle prime due scalate del Cervino, compiute, a distanza di tre giorni l’una dall’altra, rispettivamente, dalla cordata dell’inglese Edward Whymper (14 luglio 1865) dal versante svizzero, costata poi, lungo la discesa, la vita a quattro compagni di cordata e dall’italiano Jean Antoine Carrel che aveva ricevuto l’incarico di realizzare la storica impresa da Quintino Sella e dal neo costituito Club Alpino Italiano. Carrel il giorno della conquista di Whymper non riuscì a portare a termine l’impresa, fermandosi a pochi metri dalla vetta, che raggiunse però tre giorni dopo, il 17 luglio, dal versante di Breuil, lungo la più difficile Cresta del Leone. La mostra di Crivellaro e Sella, che si sviluppa lungo l’arco temporale dal 1865 al 1910, illustra l’alpinismo dello statista Quintino Sella, scienziato e geologo, ripercorrendo la conquista del Cervino e richiamando anche la conquista del Monviso, realizzata nell’agosto del 1863 dalla stesso Quintino Sella, con Paolo e Giacinto di Saint-Robert e Giovanni Barracco, durante la quale nacque l’idea di fondare il Cai. Dopo la conquista del Cervino la mostra si sviluppa lungo gli anni successivi, fino alle imprese di Vittorio Sella, Guido Rey e Mario Piacenza, tutti “discendenti” dall’esempio di Quintino Sella.