La calda estate del 2015 ha fatto sentire i propri effetti anche in alta montagna. I risultati delle campagne glaciologiche condotte in Valle d’Aosta da Fondazione Montagna sicura, Arpa e Parco Nazionale Gran Paradiso, recentemente pubblicati, mostrano infatti che i ghiacciai hanno “sofferto il caldo”, riducendo notevolmente i propri volumi.
Questo si può affermare grazie alla misure di bilancio di massa, effettuate su 5 ghiacciai campione: i Ghiacciai di TImorion e Grand Etret, in Valsaverenche, il Ghiacciaio di Gran Vallon in Val di Cogne, il Ghiacciaio del Rutor, nella Valle di La Thuile, ed il Ghiacciaio del Petit Grapillon nel gruppo del Monte Bianco. Questa misura, che riflette l’andamento stagionale e i suoi effetti sul ghiacciaio, esprime la differenza tra la massa accumulata in termini di precipitazioni nevose, e le perdite in termini di fusione estiva. In tutti i casi misurati, i ghiacciai hanno perso con la fusione estiva molta più acqua di quella ricevuta dalle precipitazioni invernali, con la scomparsa non soltanto di tutta la neve dell’inverno 2014-15, ma anche quella che era rimasta dalla precedente stagione. La fusione ha portato a perdite di notevoli spessori di ghiaccio, anche oltre i 3 metri, come nel caso della fronte del Ghiacciaio del Rutor. A parte la scorsa stagione 2013-14, i bilanci di massa sono costantemente negativi ormai da diversi anni, tendenza resa evidente dal forte arretramento dei ghiacciai e facilmente verificabile da chiunque frequenti l’alta montagna.
Ghiacciaio del Lys, formazione di un nuovo laghetto alpino
E’ una evoluzione molto rapida quella che si osserva negli ambienti glaciali e periglaciali: non solo si verifica un cambiamento in termini fisici, ma anche di ecosistemi e di paesaggio. Un fenomeno molto interessante da osservare è che le zone circostanti i ghiacciai, e abbandonate dal loro ritiro, sono naturalmente predisposte per la formazione di specchi d’acqua e laghi più o meno grandi. Infatti, non solo recentemente ma anche in epoche più remote, il modellamento operato dai ghiacciai crea conche, gradini e sbarramenti naturali, come le morene, all’interno dei quali si accumulano le acque di fusione dando origine a nuovi ambienti a volte anche molto suggestivi.
Il volo fotografico di controllo, eseguito annualmente a fine estate, ha permesso di osservare un gran numero di specchi d’acqua, formati o ingranditi di recente. I laghi glaciali di nuova formazione sono censiti in una sezione del Catasto Ghiacciai e sono oltre 120. Sono stati svolti sopralluoghi su due casi molto particolari, il Ghiacciaio del Mont Gelé (Ollomont) ed il Ghiacciaio del Lys (vedi foto), dove dei laghi si sono formati all’interno delle lingue di ghiaccio fossili che si sono recentemente staccate dalla zona di alimentazione.
Ghiacciaio Money: confronto 2015 – 1890
Neppure la fine dell’autunno sembra dare tregua ai ghiacciai. La discreta nevicata e l’abbassamento delle temperature di due settimane fa (week end del 22 novembre) avevano portato un po’ di neve in quota, ma l’attività eolica e le temperature alte da föhn successive hanno ridotto e rimaneggiato l’esigua copertura nevosa e il versante sud delle Alpi si presenta con un aspetto brullo e sconsolante: pendii marroni talvolta interrotti da strisce di neve artificiale. Intanto a Parigi, da lunedì 7 dicembre, ripartono le trattative per trovare un accordo contro l’inquinamento e il riscaldamento globale. I ghiacciai sono lì in attesa che qualcuno decida sulla loro, e non solo, sorte.