Su 20 cime delle Pale di San Martino e Lagorari si torna a scrivere un messaggio fisico nei libri di vetta, tradizione che riporta agli albori dell’epoca d’oro dell’alpinismo dolomitico.
“Da tempo immemorabile l’uomo sente l’esigenza di lasciare traccia del proprio passaggio anche in montagna, spesso lo fa con scritte o simboli. La tradizione di erigere un mucchio di sassi – “ometto” – sulla cima, scaturisce proprio da questo desiderio. Gli epigoni pongono un altro sasso sulla pila costruita dal primo e così via, in tal modo il segnale rimane sempre ben visibile e diventa un importante punto di riferimento”. Sicuramente, in passato, tante delle nostre cime sono state raggiunte dai valligiani, specialmente cacciatori che inseguivano un camoscio, ma non lasciavano segno del loro passaggio troppo concentrati ad inseguire la preda. La differenza tra le probabili ascensioni e le salite documentate sta nella mancata o avvenuta documentazione. Il libro di vetta assolve a questa funzione.” Sono parole che si possono leggere sul sito web della SAT centrale di Trento e che ben descrivono l’importanza, sia storica che documentale, dei libri di vetta.
Il primo libro di vetta delle Dolomiti
Manufatti questi ultimi particolarmente legati alle Pale di San Martino, visto che il primo libro di vetta di tutte le Dolomiti venne posto proprio sulla Pala di San Martino nel lontano 1878, agli albori dell’epoca d’oro dell’alpinismo dolomitico. Una tradizione quella dei libri di vetta diventata col tempo molto forte e consolidata, ma che nell’ultimo decennio ha patito lo sviluppo tecnologico e la diffusione di smartphone e macchine fotografiche, che hanno progressivamente sostituito con selfie e scatti fotografici le testimonianze scritte presenti sui libri di vetta.
E proprio per non perdere questa secolare tradizione, tesoro di esperienze e riflessioni intime ma anche di piccole o grandi soddisfazioni condivise, che la locale sezione SAT di Primiero ha elaborato un progetto per riposizionare su 20 delle principali cime del territorio (18 sul gruppo delle Pale di San Martino e 2 sulla catena del Lagorai) dei nuovi libri di vetta. Un’iniziativa che è stata condivisa e subito sposata con entusiasmo anche da ApT San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi, e le Guide Alpine Aquile di San Martino di Castrozza e Primiero, soggetti importanti per la realizzazione fattiva del progetto. ApT che, come affermato dal suo presidente Antonio Stompanato, “riconosce il grande valore simbolico che questi libri hanno avuto e hanno per il nostro territorio nello sviluppo dell’alpinismo anche declinato in chiave turistica” si è occupata della realizzazione dei contenitori metallici dei libri, mentre alle Guide Alpine Aquile di San Martino toccherà il compito più faticoso, ma anche più bello e appagante di tutti, quello di posizionare questi libri e i loro involucri metallici sulle venti cime individuate. Sulla base di questa unione di intenti è stato trovato l’accordo con la SAT centrale di Trento che ha fornito i nuovi libri di vetta e in futuro si occuperà dell’archiviazione e catalogazione di quelli esauriti.
Per suggellare questa bella sinergia sabato 23 luglio si è tenuta una simbolica inaugurazione su Cima Corona (2768 mt), nel gruppo delle Pale di San Martino. Alla giornata, oltre ai rappresentanti della SAT centrale, con la Presidente Anna Facchini, del Presidente della sezione SAT di Primiero Silvano Doff Sotta, del Presidente di ApT Antonio Stompanato e delle Guide Alpine Aquile di San Martino con il Presidente Mariano Lott, ha preso parte anche il Coro Sass Maor, storico coro di voci di montagna della valle di Primiero. Un gruppo di oltre 40 persone che in mattinata è salito fin sull’Altopiano delle Pale con gli impianti Colverde-Rosetta e da qui si è spostato compatto verso Cima Corona, arrivando in cima dopo un’oretta di camminata. Sul posto, in uno scenario da cui si dominava l’intera catena delle Pale e in modo particolare la Pala di San Martino, sono stati posizionati il libro di vetta e la sua custodia metallica, mentre il Coro Sass Maor rendeva indimenticabile il momento con alcuni dei suoi canti più celebri. La giornata è poi proseguita con un piacevole rinfresco al Rifugio Rosetta, dove i protagonisti hanno parlato in questi termini dell’iniziativa.
La posa del nuovo libro di vetta di cima Corona
Così Anna Facchini, presidente SAT: “I libri di vetta accompagnano e testimoniamo la storia del tempo che scorre. Probabilmente nati per l’esigenza o il desiderio di lasciare traccia scritta del proprio passaggio, rivendicare il raggiungimento di una cima, sono diventati una consuetudine. Il bello, per noi che rileggiamo, è scoprire persone, commenti, disegni, magari anche emozioni. Riprendere, oggi, questa iniziativa è un modo per tracciare il nostro cammino e il nostro arrivo, significa fare un passaggio di consegne a chi verrà dopo di noi e ripeterà la stessa vetta, ripercorrerà gli stessi sentieri. Trovare un libro di vetta, che ha un suo raccoglitore, testimonia l’impegno e la cura, e predispone anche a chi lo prende in mano all’attenzione. La SAT da sempre parla di montagna a passo lento, di turismo a passo lento, di frequentazione a passo lento. Il libro di vetta può essere un aiuto a fermarsi un attimo di più e anche solo scrivere con la matita, perché la penna dura quel che dura mentre la matita scrive per sempre, dà un peso tutto particolare al raggiungimento della cima”.
A ripercorrere la genesi dell’iniziativa Silvano Doff Sotta, presidente SAT sezione Primiero: “Sulle cime i libri di vetta nel tempo sono venuti a mancare, soprattutto a causa delle intemperie. C’era quindi la necessità di rimetterli pensando anche a un contenitore che li proteggesse dal maltempo e dall’usura. Da qui è nato questo progetto che abbiamo fortemente voluto insieme alle Guide Alpine. Grazie al contributo dell’Apt San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi, all’entusiasmo e al lavoro di tutti è stata creata ad hoc questa scatola in acciaio. All’inizio avevamo pensato a una protezione di plastica, poi abbiamo optato per questa soluzione. Le scatole, contenenti il libro di vetta, saranno posizionate sulle principali cime del territorio, non vicino alle croci per evitare che vengano colpite dai fulmini, ma neanche sotto a un mucchio di sassi per facilitare il loro ritrovamento e saranno a disposizione di tutti”.
Celebrazione dell’evento su cima Corona, 23 luglio 2022
Dello stesso avviso anche il Presidente delle Aquile di San Martino Mariano Lott: “I libri di vetta sono una tradizione che ormai da tempo fanno parte della cultura della montagna e delle Dolomiti in particolare. Come presidente delle Aquile di San Martino sono davvero felice che si sia portata avanti questa iniziativa che permetterà di installare su venti delle nostre cime più rappresentative i libri di vetta e gli appositi contenitori metallici, delle vere e proprie opere d’arte in acciaio, rinforzate e costruite in maniera da durare a lungo e proteggere al meglio i libri lì conservati. Credo che in una fase storica caratterizzata dalla velocità e fugacità dei social tornare a trascrivere i propri pensieri più intimi perchè possano essere letti e condivisi da altre persone rappresenta un modo romantico di tornare all’essenza della montagna”.
A chiusura del cerchio di una giornata molto significativa è intervenuto anche Riccardo Nami, Presidente del Coro Sass Maor: “Come Coro Sass Maor abbiamo partecipato con grande gioia a questa giornata di celebrazioni. L’iniziativa dei libri di vetta ha grandi affinità con il nostro progetto “Musica e Montagna” per l’attenzione che viene data alla montagna e alle sue tradizioni. Credo che l’emozione suscitata da un nostro canto possa essere la stessa, anche se manifestata in maniera diversa, di quella trascritta con un pensiero intimo su un libro di vetta”.