I ghiacciai si sciolgono e tra i tanti effetti c’è anche quello dello spostamento delle linee di confine. Se ne sono accorti negli ultimi anni gli addetti alla manutenzione dei confini tra Italia e Svizzera e tra Italia e Austria. I tecnici hanno infatti rilevato variazioni delle linea di cresta (chiamata linea displuviale) lungo la quale era stato fissato il confine di stato.
I rilevamenti dei confini con la Confederazione Elvetica erano stati effettuati negli anni tra il 1924 e il 1938 e ratificati con una convenzione nel 1941. Cambiamenti vistosi erano stati rilevati a partire dagli anni ’90 soprattutto sulla linea spartiacque con l’Austria, tanto che il Parlamento italiano aveva varato nel dicembre 2005 una legge per la ratifica, la misura e la materializzazione dei confini con tale stato.
Analogamente si sono registrati dei cambiamenti lungo il confine italo – svizzero, in particolare nella zona che comprende Cervino e massiccio del Monte Rosa. Il problema non è soltanto sul possesso di poche centinaia di metri quadri di “arido” ghiaccio, tutti di pertinenza demaniale, ma potrebbe implicare dei limiti di giurisdizione per esempio negli interventi di soccorso.
Lo scorso anno erano partiti contatti diplomatici tra i due stati per introdurre il concetto secondo il quale la linea di confine coincidente con la cresta dei ghiacciai, possa essere considerata “mobile”. Partendo da queste premesse il Ministro degli esteri, Franco Frattini ha recentemente presentato in Parlamento un disegno di legge, secondo cui il nuovo tracciato della frontiera verrà stabilito a intervalli regolari, a seconda della progressiva trasformazione dei ghiacciai. Il confine “mobile” potrà adattarsi anno dopo anno ai mutamenti della linea displuviale senza ulteriori interventi legislativi o diplomatici.
L’Istituto Geografico Militare italiano e l’Ufficio Federale di Topografia svizzero hanno, fra i loro compiti istituzionali, oltre a quello principale di redigere ed aggiornare la cartografia di base dei rispettivi territori nazionali, anche quello di effettuare la manutenzione del confine di Stato, per cui la fase del rilievo aerofotogrammetrico messa in atto per l’aggiornamento della cartografia potrà essere utilizzata anche per rilevare l’andamento del tracciato del confine sulla linea di cresta, senza quindi particolari oneri aggiuntivi. La commissione tecnica che si occupa del caso è diretta dal generale Carlo Colella, comandante dell'Istituto Geografico Militare.
Fotografia: Istituto Geografico Militare