Si è chiuso ieri, domenica 5 maggio, il 10° Melloblocco. 10 giornate di arrampicata e bouldering per ribadire il legame ormai indissolubile della Val Masino – Val di Mello con il popolo dei melloblocchisti.
Ben 2.000 gli iscritti, per quallo che rappresenta il più grande raduno di arrampicata e del bouldering internazionale, e per tutta la Valle. Perché quest'edizione dei 10 anni del Mello doveva essere speciale, e lo è stata davvero. In tutti i sensi. E' stata un vero cammino, quasi un'avventura collettiva, fortemente voluta e vissuta.
C'è chi ha affrontato tutti i 10 giorni. Chi c'è stato il primo week-end per poi ritornare anche il secondo. E chi è arrivato negli ultimi giorni per prendersi tutto il sole (e questi forse sono stati i più “fortunati”). Alcuni sono giovanissimi, altri degli assoluti campioni. Per moltissimi era la prima volta al Mello.
Il popolo del Melloblocco ha accolto i climber di Arrampicare senza limiti. Più di 150 tra arrampicatori e neofiti dell'arrampicata, non vedenti, ipovedenti, diversamente abili che venerdì 3 maggio sono arrivati in Valle per far parte del Melloblocco e per dimostrare come “Una montagna fruibile da tutti” sia possibile. Un'iniziativa di Regione Lombardia, CIP, FASI, ERSAF e le Associazioni Arrampicabile e Vetta che ha messo in campo i valori sportivi ed umani di Antonio Rossi (pluricampione olimpico e Assessore allo Sport e alle Politiche per i Giovani della Lombardia), dei campioni del paraclimbing Silvia Parente, Giulia Poggioli e Simone Salvagnin ma anche quello dei melloblocchisti, campioni e non. Il tutto con una semplicità e una naturalezza disarmanti, che è sembrata andare perfino oltre la solidarietà.
A proposito di impegno resta da dire dei risultati dell'arrampicata sui massi della Valle, ovvero sui nuovi boulder della Valle che sono il fulcro del Mello. Come sempre di imprese ce ne sono state molte. Ognuno ha fatto la sua, arrampicando in qualsiasi ora (il boulderisti non si fermano mai o quasi) sui mille massi della Valle. E anche sui problemi di roccia “a monte premi”. Un gioco e un pretesto per un confronto del tutto colletivo in cui si sono distinti in molti. A cominciare da Barbara Zangler che con 9 boulder risolti su 10 è stata uno dei simboli (e non solo per i top sui blocchi) di questa edizione.
Grandissima anche la prestazione della vicentina Jenny Lavarda che con 7 top conferma di essere una bandiera dell'arrampicata italiana. Mentre la francese Caroline Ciavaldini e la russa Yulia Abramchuk arrivano a quota 6 boulder saliti e l'altra francese, Anne Laure Chevrier a 5 . Poi ci sono Roberta Longo con la francese Caroline Sinno con 4. Sul fronte maschile è Stefano Ghisolfi, giovanissima grande promessa italiana, a fare la parte del leone con 8 top. Seguito da Enrico Baistrocchi, Gabriele Moroni, Silvio Reffo, il lituano Kipras Baltrunas, il britannico James Pearson e il francese Enzo Oddo con 6. Mentre il colombiano Christian Aristizabal Serna, Michele Caminati, Riccardo Caprasecca, Giulio Bertola, il bulgaro Ivaylo Radkov Fazata, Marcello Bombardi e Matteo Sera ne chiudono 5.
foto: Melloblocco community allo scivolo – ph Klaus Dell'Orto