Gli impianti di risalita svizzeri soffrono a livello economico. Soprattutto quelli più piccoli, che non riuscirebbero a sopravvivere se non fosse per i contributi pubblici. La situazione è stata messa in evidenza da uno studio effettuato dall’università di San Gallo (CH) sull’arco temporale di un lustro.
Stando a quanto riportato dagli autori dello studio, in Svizzera le grandi realtà sciistiche sono praticamente assenti e per questo la crisi colpisce quasi tutti. Il suggerimento è uno ed anche piuttosto immediato: favorire il più possibile le aggregazioni delle piccole realtà in macro-realtà sciistiche che possano far fronte ai problemi economici in piena autonomia.
Favorire un impiego efficace dei fondi pubblici elargiti a favore degli impianti sciistici è un obiettivo dichiarato – ad esempio – nel nuovo programma per il turismo invernale introdotto in Carinzia (Austria). Questo perché in Carinzia il 40% degli investimenti per nuovi impianti di risalita è di provenienza pubblica. Il programma prevede di organizzare le zone sciistiche della Carinzia in 10 zone turistiche e 14 zone sciistiche regionali. Nelle zone turistiche si auspica un processo di recupero nei confronti dei leader del settore.
(fonte:www.alpmedia.net)