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Florian Ledoux e la sua Polar Obssession

Il giovane fotografo naturalista con una sconfinata attrazione per il mondo artico e la sua fauna selvatica racconta l’ultima avventura sul ghiaccio attraverso l’uso di un drone, unico strumento capace di catturare la ruvida bellezza di questi luoghi freddi e remoti. Per Florian produrre immagini non è solo una questione di “uno scatto bello”, è molto di più: si tratta di condividere ciò che prova per la natura.

«La fotografia è come un’estensione del mio cuore e mi aiuta nel dialogo con coloro che non possono farlo: gli animali e l’ambiente». E in questo video racconto, l’orso polare è il vero protagonista.

Vue verticale au dessus d'un ours polaire (ursus maritimus) qui se repose sur la banquise entre ses periode de chasse, en été dans un fjord au alentour de l'île Baffin au nord du Canada, Nunavut, Amérique du Nord. Vertical view above a polar bear (ursus maritimus) resting on the pack ice between its hunts, during summer around Baffin Island, in Canada, Nunavut, North America.
Vertical view above a polar bear (ursus maritimus) resting on the pack ice between its hunts, during summer around Baffin Island, in Canada, Nunavut, North America – foto credits Florian Ledoux

Il viaggio di Florian Ledoux nel cuore dell’Artico e la sua fascinazione per gli orsi polari hanno origini da una passione per il mondo naturale e il desiderio di connettersi a un livello sempre più profondo. Fin da giovane, Florian è stato attratto dalla bellezza cruda e selvaggia del mondo artico, un luogo che sembrava chiamarlo, invitandolo ad esplorare le sue distese ghiacciate. Il suo primo incontro con un orso polare è stata un’esperienza che ha scritto l’inizio del suo percorso: affascinato dalla forza di questi animali e dalla loro vulnerabilità, Florian si è impegnato a documentare la loro vita e la complessa dinamica dell’esistenza in uno degli ambienti più ostili del pianeta.

Questo impegno non ha riguardato solo la cattura di immagini: si è trattato di raccontare la storia dell’Artico attraverso gli occhi del suo abitante più iconico, sensibilizzando il pubblico sul loro destino e sostenendo la conservazione del loro habitat in rapido cambiamento. Il viaggio di Florian è una testimonianza del potere della dedizione che lo spinge a sfidare condizioni estreme e a dedicare innumerevoli ore alla ricerca di una comprensione più profonda e di una connessione con gli orsi polari.

L’orso polare – foto credits Florian Ledoux

La devozione di Florian al mondo polare è più di una semplice ricerca della bellezza: «Per me è come un’ossessione guidata da un profondo bisogno di condividere le storie dell’Artico con il mondo. Questo non è un lavoro da fare a orario fisso. È una chiamata che mi porta a sfidare il freddo estremo e l’isolamento per mesi, tutto per avere la possibilità di catturare lo scatto perfetto». Questo livello di impegno dice molto della passione di Florian per l’Artico.

Nonostante le condizioni di vita non agevoli e il freddo implacabile, l’entusiasmo di Florian non svanisce mai. Aspetta con pazienza l’arrivo del soggetto, pronto a passare fino a 20 ore osservando gli orsi polari nel loro habitat naturale. Questo livello di immersione gli permette di assistere e documentare momenti intimi della vita degli orsi polari, dalla caccia per alimentarsi alle tenere interazioni tra madri e cuccioli.

Attraverso le sue spedizioni polari, Florian ha visto di persona l’impatto innegabile del cambiamento climatico sull’ambiente. «Il ghiaccio che si scioglie è un indicatore chiaro del riscaldamento del mondo: pone significative sfide non solo all’habitat ma anche ai suoi abitanti, in particolare agli orsi polari – sottolinea Florian – e io ho osservato come gli orsi polari si adattino al loro ambiente in cambiamento, testimonianza della resilienza e della versatilità della natura».

Uno delle osservazioni più sorprendenti che lui e il suo team hanno documentato è la vista di un orso polare cacciare e consumare una renna, un comportamento non comunemente associato agli orsi polari, che sono principalmente conosciuti per fare affidamento sulla caccia alle foche. Questo episodio sottolinea la capacità dell’orso polare di adattare le proprie strategie di sostentamento in risposta al progressivo scioglimento del ghiaccio marino e al cambiamento della disponibilità delle prede tradizionali. Il lavoro di Florian ha catturato questi momenti di adattamento, gettando luce sulla dinamica evolutiva del comportamento degli orsi.

Florian Ledoux Polar Obsession inside the podFlorian Ledoux Polar Obsession inside the pod

Un lavoro che, dal punto di vista tecnico, trova il successo grazie all’impiego di droni di alta qualità. Queste “telecamere volanti” permettono a Florian di vedere e mostrare l’Artico in modi nuovi, consentendo a noi comuni mortali di osservare gli animali selvatici senza disturbarli. «Questo nuovo strumento è molto importante per me, ha decisamente cambiato il mio modo relazionarmi con la natura e il rispetto che devo avere nella mia attività» ci ricorda Florian. Questi droni ad alte prestazioni sono diventati i suoi occhi nel cielo, fornendoci vedute che un tempo erano impossibili da catturare. Il fotografo francese ha scelto il DJI Mavic 3 Pro Cine perché le sue funzionalità di zoom per l’osservazione della fauna selvatica offrono un vantaggio basilare: il drone è silenzioso e permette di osservare gli animali senza disturbarli, riducendo così lo stress e i cambiamenti comportamentali nella fauna selvatica. I droni sono un game changer che aiutano ad osservare e documentare il comportamento della fauna selvatica, rivelando gli animali nel loro ambiente e nel contesto di un habitat e di un paesaggio più ampi in un modo che non è mai stato possibile in passato.

Grazie Florian e grazie alla tecnologia che ci porta in casa il vento gelido dell’Artico.

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SFOGLIA LA FOTOGALLERY – foto credits @ Florian Ledoux

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