Si è chiusa al Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova la diciottesima edizione del Film Festival della Lessinia, l’unica rassegna cinematografica in Italia a privilegiare in maniera esclusiva gli aspetti della vita, storia e tradizioni in montagna.
Nel corso della cerimonia di premiazione, che si è svolta sabato 25 agosto, la Giuria internazionale del Film Festival (composta da Gilles Chappaz, Marco Albino Ferrari, Barbara Koren-Tauscher, Edoardo Winspeare, Grzegorz Zariczny) ha assegnato il Gran Premio Lessinia della Comunità Montana della Lessinia – Lessinia d’Oro al film norvegese Vinterlys / Luce invernale del regista Skule Eriksen. “L’uomo non domina la natura soggiogandola a qualsiasi suo bisogno, ma pare conviverci con nordica eleganza – si legge nella motivazione data dalla Giuria –. Attraverso il linguaggio universale della fotografia, l’autore racconta l’armonia tra cultura e natura, tra civiltà e ambiente circostante. Ci porta tra picchi che spuntano dal mare raccontando la vita di una comunità con tenerezza non invadente e sobrio rigore stilistico. E mostrandoci una luce inaspettata”.
Il Premio del Comune di Bosco Chiesanuova – Lessinia d’Argento è andato invece a Ub Lama della regista lituana Egle Vertelyte. “Un documentario di grande forza espressiva, con un personaggio-protagonista che sembra uscito da un film neorealista. Il linguaggio rimane fedele e aderente alla realtà, ma è anche emozionante come fosse pensato per un racconto di finzione”.
Altri premi ufficiali. Tra le 21 pellicole in Concorso, il Premio del Curatorium Cimbricum Veronense alla migliore opera riguardante le lingue e le culture minoritarie è stato attribuito a La nuit nomade / La notte nomade di Marianne Chaud. “Un film dove la tesi non domina il racconto. Grazie al potenziale interpretativo della regista che si è immersa nella cultura locale – apprendendone dopo anni di studio la lingua e le consuetudini più segrete – lo spettatore può entrare in un mondo agli estremi confini dell’immaginazione. Come su un ponte teso tra due sponde, l’esotico e il misterioso dei nomadi pastori alle pendici dell’Himalaya diventano così immediatamente vicini e comprensibili”.
Quale miglior opera riguardante i mutamenti del vivere sulle terre alte, il Premio della Regione Veneto è stato consegnato a Peak. Un mondo al limite di Hannes Lang. Miglior pellicola riguardante le tradizioni e la storia in montagna è stata Die kinder vom Napf / I bambini di Napf di Alice Schimd, che ha ottenuto il Premio della Provincia di Verona. Come migliore documentario naturalistico in Concorso alla diciottesima edizione del Festival, il Premio del Parco Naturale Regionale della Lessinia è andato all'irlandese Home turf / Torba di Casa di Ross Whitaker. La pellicola Gypaetus helveticus / Gipeto elvetico di Marcel Barelli ha meritato il premio della Giuria. Altri riconoscimenti sono andati a Carnia 1944. Un'estate di libertà di Marco Rossitti (menzione speciale) e a Enmesh / Ambizioso di Ainur Askarov, risultato il miglior film per bambini.
Premi speciali. Per “la potenza narrativa delle immagini” il documentario Compagno orso ha fatto ottenere a Valen-tina De Marchi il Premio Speciale alla memoria di Mario Pigozzi e Piero Piazzola come regista emergente della diciottesima edizione del Festival. Alla regista Roberta Biagiarelli, con La transumanza della pace, è stato consegnato il Premio Speciale Cassa Rurale Bassa Vallagarina per la miglior pellicola riguardante le montagne delle Tre Venezie.
La Giuria composta dai detenuti della Casa Casa Circondariale di Montorio ha premiato il film Vite tra i vulcani, dei registi Mario Casella e Fulvio Mariani. Due menzioni speciali sono state attribuite a: Wildes Deutschland. Der Bayerische wald di Jürgen Eichinger e a Die Kinder vom Napf di Alice Schmid. Il pubblico della kermesse veronese ha premiato infine due film: Vite tra i vulcani di Mario Casella e Fulvio Mariani ex aequo con Il sottoscritto. Storia di un uomo libero di Sandro Gastinelli e Marzia Pellegrino. A Loris Mora, con Caterina e il magico incontro, è andato il Premio dei bambini.