Simone Origone, guida alpina di Ayas e primatista mondiale di chilometro lanciato, venerdì scorso ha scalato in diciassette ore e quaranta minuti i 20 quattromila del massiccio concludendo la sua corsa in vetta al Cervino: più di quaranta chilometri di sviluppo e circa seimila metri di dislivello in salita.
Partito alla mezzanotte dello scorso 7 settembre dalla Capanna Gnifetti, nel buio ha salito Punta Giordani, Piramide Vincent, Balmenhorn, Corno Nero, Ludwigshohe e Parrot, arrivando al rifugio “Regina Margherita”, sulla Punta Gnifetti.
Pochi minuti di riposo, il tempo di bere un tè e scambiare due chiacchiere con Abele Blanc, ha recuperato un paio di sci lasciati in precedenza ed è sceso al Colle Gnifetti. Depositati gli sci ha scalato Zumstein, Dufour e Nordend, ancora al buio e senza traccia: uno dei momenti più delicati del percorso. Di qui ha percorso la cresta a ritroso e con gli sci è sceso alla base del Naso del Lyskamm, undicesimo “quattromila”. Qui avrebbe dovuto incontrare un rifornimento di cibo e bevande, ma essendo in anticipo di due ore e mezzo, ha mancato l’appuntamento.
È quindi proseguito lungo la Cresta Sella mentre il cielo rischiarava, è salito sul Lyskamm orientale e ha iniziato una lunga traversata in cresta. Sul Lyskamm occidentale ha incontrato Adriano Favre e si è potuto finalmente rifocillare. Poi Castore, Polluce, Roccia Nera, un'altra sosta per rifornirsi di liquidi e calorie portati da Stefano Percino, prima della traversata dei quattro Breithorn. In vetta al Breithorn occidentale l’appuntamento con il fratello Ivan, la guida di Valtournenche Daniel Guglielmino e un altro paio di sci per portarsi all’attacco della cresta dell’Hörnli.
L’exploit mi ha fatto piacere a livello personale. Si tratta di un concatenamento con difficoltà discrete, ma piuttosto lungo. Certo non mi aspetto grandi ritorni: non li ho dal chilometro lanciato in cui sono il numero uno al mondo e per il quale ci vuole sicuramente più coraggio, ma forse mi è spiaciuto un po’ che i media si occupino più di morti restituiti dai ghiacciai che di prestazioni come la mia> ha concluso Simone, una punta di delusione.
Alle 22 al rifugio dell’Oriondé è stato accolto dal sindaco di Ayas Giorgio Munari e dai fratelli Jean Noël e Ivan.