Uscirà il 27 ottobre il nuovo libro di Enrico Camanni "Ghiaccio vivo", dedicato al secolare rapporto tra l’uomo e i ghiacciai. Un tema quanto mai attuale, nel quadro dei cambiamenti climatici contemporanei.
"I montanari del Seicento vissero l’avanzata dei ghiacciai alpini come una maledizione, perché una teologia infarcita di mito e superstizione attribuì la Piccola età glaciale alle colpe degli uomini. Ma nel Settecento l’inferno è diventato il paradiso, attraverso la progressiva rivalutazione dell’alta montagna e la percezione positiva dei ghiacciai, rivelatisi nella rappresentazione artistica, nell’avventura alpinistica e nella colonizzazione turistica".
Al termine di un lungo processo di riconversione simbolica, i cittadini del ventunesimo secolo vivono in modo perturbante la scomparsa dei ghiacciai. Se i nostri antenati temettero la discesa dei fiumi gelati, fonte di disordine e distruzione, al contrario noi temiamo e subiamo la salita dello zero termico e l’arretramento delle nevi in quanto agenti di minaccia, e immagini capovolte del male. Il “drago” delle paure e delle leggende primordiali si libera dal suo gelido sudario e riappare negli incubi notturni dell’improvvido popolo di internet al tempo del disgelo.
La colpa contemporanea è annidata nel dubbio inespresso che un patto sia stato tradito e un equilibrio incrinato per sempre. Il disordine etico, il nichilismo del mercato, la morte di Dio trovano una rappresentazione fisica e simbolica nello smagrimento dei ghiacciai, candide vittime di un’anoressia incurabile».
InfoLibro
Enrico Camanni
Ghiaccio vivo. Storia e antropologia dei ghiacciai alpini
Priuli & Verlucca, Scarmagno, ottobre 2010
Collana: Paradigma
320 pagine, 18,50 euro