La prima settimana di gennaio è stata infausta per due esemplari di camoscio sbranati da cani, il cui accesso all’interno del Parco è severamente proibito. Il primo episodio è avvenuto in località Sylvenoire, sabato 7 gennaio: due setter lasciati liberi dalla proprietaria hanno assalito un cucciolo di camoscio ferendolo a morte. Il piccolo camoscio ricoverato presso la sede di valle del Servizio di Sorveglianza è deceduto dopo alcune ore per le ferite riportate.
Domenica 8 un husky appartenente a un residente di Cogne, ha sbranato un camoscio femmina di 13 anni in località Buthier. I due proprietari dei cani sono stati denunciati alla Magistratura.
Il controllo dei cani all’interno del parco resta dunque un problema grave, legato ad una normativa troppo spesso disattesa.
“L’Ente Parco è stato spesso accusato di adottare norme quasi vessatorie nei confronti dei proprietari di cani – spiega l’Ispettore dei Servizi di Sorveglianza Daniele Hosmer Zimbelli – “ma i fatti di questi giorni, uniti ai due camosci e allo stambecco uccisi in modo analogo nel 2005, sono la prova più evidente di come la sorveglianza abbia ancora un ruolo fondamentale, in attesa che i visitatori del Parco maturino una reale consapevolezza del problema.â€
Purtroppo il personale di sorveglianza nel corso degli ultimi anni si è ridotto, non essendo stati rimpiazzati i guardaparco che hanno lasciato il lavoro per pensionamento (i guardaparco sono attualmente 57 contro i 68 di un tempo!). Inoltre l’adeguamento dell’orario lavorativo a quello dei lavoratori di enti pubblici (35 ore settimanali) non permette più una capillare e costante presenza su tutto il territorio.
Oriana Pecchio