“Donne sportive senza età” era il titolo della conferenza per le donne e con le donne, tenutasi a Fucine di Ossana, in Val di Sole, venerdì 28 agosto. L’incontro è stato ideato e diretto da Silvia Metzeltin, che non è solo un “ragno” sulle pareti, ma con la stessa abilità ha tessuto una tela per coinvolgere sette amiche (“sette samurai” come le ha chiamate, forse per sottolinearne la combattività e l’interesse per temi “sociali”) per affrontare le tante sfaccettature dell’argomento.
Il benessere psicofisico non è un etichetta e per raggiungerlo bisogna muoversi, con attività sportive di tipo diverso praticate a livello diverso, secondo gusti, inclinazioni e attitudini, perché non tutte le donne sono uguali. In comune ci sono però delle condizioni specifiche, proprio in quanto donne, «con impedimenti a volte reali, a volte immaginari – come ha affermato Silvia Metzeltin – che possiamo cercare di ridimensionare, di ribaltare e comunque di vivere meglio».
Qualche consiglio sul come muoversi è venuto da Ersilia Dell’Eva, fisioterapista dell’Azienda provinciale servizi sanitari di Trento e docente di educazione motoria, escursionista e cicloturista, che organizza in Val di Sole dei gruppi di cammino, una sorta di “corriera” a piedi, sulla quale chiunque lo voglia può salire, per sollecitare il movimento e l’attività fisica in chi è sedentario. Ersilia ha dato indicazioni sulla pratica del nuoto, utilissima per esempio nella riabilitazione di patologie osteo articolari, essendo un’attività in cui gli arti si muovono in “scarico”, ma da non praticare in esclusiva, perché essendo in scarico potrebbe favorire l’osteoporosi. Anche i bastoncini per camminare sono utili, ma non bisogna abusarne, perché diminuiscono il controllo della propriocettività, cioè di quelle funzioni che ci permettono di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio anche a occhi chiusi.
Da sinistra, Silvia Metzeltin presenta Ersilia dell’Eva, Luisa Iovane e Sonia Basso
Ospite d’onore della serata è stata Luisa Iovane, una ragazzina di ormai 55 anni, tra le migliori alpiniste italiane fin da quando aveva vent’anni e da decenni al top dell’arrampicata sportiva. Come per una chiamata dall’alto, Luisa Iovane ha dedicato la vita e continua a dedicarla all’arrampicata sportiva, in falesia e indoor, con dedizione, determinazione e perseveranza senza uguali. Forse solo nella danza (da Martha Graham a Carla Fracci) ci sono esempi paragonabili di tale lunga carriera attiva. «Non ho mai pensato di smettere – ha affermato Luisa_- ma per farlo bisogna essere rigidi nell’allenamento, mai dire “per una volta posso saltare” e allenarsi tutti i giorni». Questo significa anche sopportare il dolore, facendo talvolta esercizi diversi quando un non si possono impegnare muscoli infortunati, rinunciare alle serate con amici e così via. Ma questa scelta, che sembra pari a una vocazione, pare anche l’unica che la possa appagare e rendere felice.
Un po’ diverso è l’atteggiamento di Sonia Basso, per quindici anni azzurra di fondo e di atletica, che adesso pratica un’attività sportiva poliedrica: bici, sci di fondo e scialpinismo (la sua passione sono i vulcani ghiacciati), ginnastica, ma: «i miei allenamenti non sono così assillanti né così quotidiani e mi concedo un po’ più di recupero. Curo l’alimentazione che deve essere il più possibile corretta», ha dichiarato. Il risultato è splendido e Sonia è una donna senza età, con i lunghi capelli biondi, bella e affascinante come sempre.
Annalisa Ferronato, medico in un reparto di chirurgia maxillo facciale, ha raccontato della sua scelta tra fare la guida alpina e continuare nella professione di medico. «Avevo passato le selezioni del corso guida – ha raccontato – e subito dopo sono stata assunta in ospedale. Ho dovuto scegliere, ma ho continuato con l’alpinismo e la montagna mi ha sempre aiutato, dato la carica nella mia professione di medico, in un reparto che impegna emotivamente per le patologie che vi si trattano. La montagna mi ha insegnato a contare sulle proprie capacità e forze e l’allenamento dà sicurezza e in questi anni raccontando le mie escursioni e la mia attività in montagna ho cercato di trasmettere la mia passione ad altri, di far capire come l’attività fisica dia benessere fisico».
Lucia Castelli, insegnante di educazione fisica e pedagogista delle squadre giovanili dell’Atalanta B.C., agonista di sci di fondo e scialpinismo, ha suggerito una riflessione sull’abbandono dell’attività sportiva da parte di molti giovani, già a diciotto anni e di come sia importante trovare le strade per farli continuare, per non deludere le loro aspettative anche se non tutti sono nati per essere primi. Il racconto dei suoi personali approcci alla tavola a vela, sport per lei “tardivo”, e degli incontri ravvicinati (e mai confessati agli istruttori) con un canneto delle sponde del lago d’Iseo hanno divertito il pubblico.
Ma quanto è importante l’attività fisica per la salute delle donne? Oriana Pecchio, medico tra i fondatori della Società italiana di medicina di montagna, ha ricordato come anche il Cai si stia muovendo in sinergia con istituzioni sanitarie sul territorio per promuovere l’attività fisica, utile nella prevenzione primaria e secondaria del tumore della mammella per esempio e di altre malattie. Un esempio è la collaborazione tra rete oncologica Piemonte e Valle d’Aosta e la commissione medica del convegno ligure piemontese e valdostano del Cai. «Se nel mondo le persone inattive fisicamente facessero sport, ci sarebbe un 6% in meno di malattie cardiovascolari – ha ricordato – poca cosa apparentemente, ma se si pensa che ogni anno nel mondo i morti per malattie cardiovascolari sono più di sette milioni, il numero di persone che trarrebbero giovamento dall’attività fisica non sarebbe da sottovalutare».
Silvia Metzeltin ha invece chiesto di focalizzare l’attenzione sul rapporto tra sport e capacità cognitive, sull’”asso nella manica a brandelli”, per citare Rita Levi-Montalcini, a Silvia Taliente, psicologa e psicoterapeuta, velista appassionata di danza e cicloturismo. Silvia Taliente ha parlato della forte motivazione che occorre per accedere a un nuovo sport da adulti e della possibilità per farlo di sollecitare la curiosità e di creare un clima relazionale accogliente. Il movimento migliora anche la tolleranza alla frustrazione, tolleranza necessaria per iniziare un’attività nuova. Il clima di gruppo può aiutare a evitare di essere escluse in partenza.
Possibilità diverse, quindi, per ogni età e ogni attitudine. L’importante non è però solo cominciare, ma anche rimanere e progredire, come recitava il sottotitolo dell’incontro. Silvia Metzeltin ancora una volta è riuscita a richiamare l’attenzione sull’importanza di offrire opportunità di praticare sport a tutte le donne, superando pregiudizi e schemi preconfezionati, di favorire le associazioni che si adoperano per questo, il Cai in testa, e di fare della montagna il luogo in cui tutte possano esprimersi, “liberamente”, come ha ribadito più volte.
L’incontro è stato organizzato da Ambrosi sport (www.alpinistexpert.it), nella persona di Tiziana Ambrosi che sta trasformando il suo negozio di Pellizzano in un campo base dove si discute di sport e cultura tra un caffé e un acquisto, in collaborazione con la Pro Loco di Pellizzano, l’Azienda per il Turismo della Val di Sole e il Cai – Sat dell‘Alta Val di Sole, con il sostegno di Nitida immagine e Nos, il mensile delle valli del Noce.