Quando l'arte dialoga con la montagna e la sua economia, e da questo incontro nasce un momento di riflessione. Si potrebbe sintetizzare così Dolomiti Contemporanee, la seconda edizione dell'iniziativa culturale che nasce con l'obiettivo di essere un laboratorio di arti visive legate al territorio.
Luogo di esposizione è il Blocco di Taibon, nell'Agordino bellunese, dove una fabbrica di occhiali della superficie di 3.000 metri quadri – chiusa da una decina d'anni – si rianima di nuova linfa. È qui, infatti, che si concretizza Dolomiti Contemporanee 2012, l'iniziativa che basa le proprie fondamenta oltre che sul binomio tra arte contemporanea e ambiente dolomitico, anche su una rete di sostenitori pubblici e privati che credono nel progetto di individuare e riattivare grandi siti industriali e farli divenire centri di azione da utilizzare attraverso nuove forme artistiche.
Tra le nuove opere esposte a Dolomiti Contemporanee vi è "Agner" di Hubert Kostner che vede 100 metri cubi di ghiaia dolomitica e 1.600 metri di corda da arrampicata di SALEWA.
«Il lavoro di Hubert Kostner è formidabile: un'installazione semplice, minimal, potentissima e impattante – commenta l'architetto Gianluca D'Incà Levis, ideatore e curatore del progetto Dolomiti Contemporanee – e quest'opera ha già avuto un grande riscontro mediatico, e se ne parlerà molto nelle prossime settimane».
L'opera "Agner" è realizzata nel Blocco di Taibon Agordino (Bl) in collaborazione tra Galleria Goethe Bolzano, Dolomiti Contemporanee e SALEWA.
Foto: Giacomo De Dona