“Un gioiello straordinario che non è eterno e non è tutelato” il titolo del libello presentato a Milano, nella sede centrale del Club Alpino Italiano, dall’associazione “Pro Mont-Blanc” con il Cai stesso e Mountain Wilderness. Le tre associazioni vorrebbero candidare il Monte Bianco a diventare patrimonio naturale dell’Unesco.
L’iniziativa ha già ricevuto il sostegno del Ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio che a breve dovrebbe incontrare il suo omologo francese, Christine Lagarde per parlare anche di questo argomento. Sulla base di un trattato internazionale conosciuto come “Convenzione sulla protezione del patrimonio mondiale, culturale e naturale”, adottato nel 1972, l’Unesco ha finora riconosciuto 830 siti (di cui 162 naturali) presenti in 138 nazioni del mondo. Per esser riconosciuto come tale, un “patrimonio naturale” deve avere caratteristiche fisiche, biologiche e geologiche, nonché l'habitat di specie animali e vegetali in pericolo e aree di particolare valore scientifico ed estetico.
"Il Monte Bianco non ha tutela giuridica a livello internazionale – ha spiegato Elio Riccarand, presidente di Pro Mont Blanc, la struttura che unisce le associazioni italiane, francesi e svizzere impegnate nella salvaguardia del massiccio – La candidatura all'Unesco perché sia inserito fra i patrimoni naturali dell'umanità, è il primo passo".
Claudio Smiraglia, presidente del comitato glaciologico italiano e coordinatore della cabina di regia dei ghiacciai valdostani, ha sottolineato il valore storico del Monte Bianco, ricordando che proprio qui sono nati, con Horace Bénédict de Saussure, l’alpinismo e l’interesse naturalistico per la montagna. Oggi il Monte Bianco è ancor più da proteggere, perché il ghiacciaio della Brenva si è interrotto a metà e il ghiacciaio del Miage, l’unico di tipo himalayano delle Alpi, e il lago omonimo sono siti a rischio.
Alessandro Gogna, portavoce di Mountain Wilderness, ha ribadito l’appoggio all’iniziativa, anche a nome degli “alpinisti”, che sono stati gli scopritori del Monte Bianco e hanno aperto la strada al turismo alpino. Analogamente si è espresso Damiano Di Simine a nome della Cipra, la convenzione internazionale per a protezione delle Alpi. "Le montagne sono fra i territori più fragili del pianeta – ha concluso il presidente del Club Alpino Italiano Annibale Salsa – e l'auspicio è che si arrivi presto a riconoscere questa emergenza per il Monte Bianco”.
Parallela alla candidatura è l’istituzione di un osservatorio volto ad esaminare una serie di indicatori (tra i quali qualità dell’aria, traffico, agricoltura, servizi sociali) per riconoscere i punti di criticità del territorio e attuare gli interventi necessari. Rimane da ottenere il consenso delle popolazioni residenti che all’interno dello schema di sviluppo sostenibile dell’ Espace Mont-Blanc, non avevano messo la candidatura Unesco fra le priorità immediate, anche se, Courmayeur e Chamonix si sarebbero espresse a favore. A giugno è previsto un incontro tra l’amministrazione regionale valdostana e l’associazione “Pro Mont-Blanc” che ritiene di poter presentare la candidatura all’Unesco già nel 2008.