Si riapre il dibattito sull’eliski in Valle d’Aosta, l’unica regione italiana che permetta questa pratica.
La richiesta di incrementare l’attività, aumentando le ore di volo giornaliere e la durata della stagione, anticipandone l’inizio al 20 dicembre (anziché al 10 gennaio attuale), nonché la richiesta del Comune di Saint-Rhémy-en-Bosses di prevedere cinque nuovi punti di decollo e atterraggio, ha provocato la pronta reazione di Legambiente.
In una nota stampa l’associazione ambientalista denuncia il ricorso alla cosiddetta legge omnibus per modificare l’attuale disciplina delle attività di volo, quasi un cambio di rotta rispetto alla riduzione e razionalizzazione dei provvedimenti assunti solo un anno fa dalla Giunta regionale. "L’alternativa – secondo Maria Pia Simonetti, presidente del Circolo valdostano di Legambiente – è valorizzare forme di turismo più soft, come lo scialpinismo, le racchette da neve, il nordic walking, anziché l’eliski che disturba la fauna alpina in un momento delicatissimo come l’inverno".
Si trincerano nel più assoluto riserbo le guide alpine interpellate. In Valle d’Aosta a lavorare con l’eliski sono tra le altre le guide di Esprit Montagne, che ha anche una base operativa in Turchia, e alcune guide nella zona del Monte Rosa – Cervino. Le settimane di eliski portano lavoro a elicotteristi, alberghi e alle guide alpine. Le attività di turismo soft farebbero altrettanto? L’inquinamento e le emissioni determinate dalle rotazioni per l’eliski sono così preminenti? o li si potrebbe regolamentare, guardando contemporaneamente a ridurre altri sprechi come, per esempio, i riscaldamenti condominiali di case vuote cinque mesi su sei (le seconde case in Valle sono in soprannumero) o razionalizzando anche le rotazioni estive per i rifugi, cercando di ridurle al minimo?
Forse sarebbe possibile operare con tagli a vari livelli, senza colpire esclusivamente una categoria. Come suggerisce nel suo comunicato stampa la stessa Legambiente: "l’invito è quello al confronto e al dialogo per ragionare sulle modalità più adeguate per fare fronte comune alle sfide ambientali ed economiche del futuro, senza farsi accecare dalla logica dell’interesse immediato".
Oriana Pecchio