Angelo d’Arrigo, 43enne siciliano alato, ha ‘messo sotto’ la montagna più alta del mondo. Col suo deltaplano è infatti riuscito a effettuare il sorvolo in deltaplano dell’Everest. La spedizione era partita per il Nepal il 19 aprile e si era acquartierata a Lukla (2800 m), dove erano stati effettuati i primi voli d’ambientamento ed i preparativi tecnici per la missione. Poi trasferimento a Syangboche (4000 m) ed il 18 maggio una serie di tentativi di sorvolo che sarebbe dovuto avvenire non oltre il 28 del mese, per via del sopraggiungere di condizioni climatiche non idonee al volo. Ma niente, perché il brutto tempo c’è stato comunque e D’Arrigo non ha potuto far altro che niente.
Cambiare programma: Spostatosi a Tyangboche (3867 m), Angelo D’Arrigo è decollato alle 5,30 (ora locale) del 24 maggio, trainato da un delta a motore pilotato da Richard Meredith ed ha risalito da sud la valle del Khumbu per sorvolare Namche, Amadablam e la cascata di ghiaccio dove sono posti i campi intermedi degli alpinisti che affrontano il tetto del mondo. Il deltaplano di D’Arrigo è andato verso le pareti del Nuptse (7879 m) e del Lhotse (8511 m), prima di staccarsi dal mezzo a motore e – sfruttando violentissime correnti ascensionali – lanciarsi in solitario verso la vetta dell’Everest (8848 m).
Il volo è durato più di 4 ore con velocità prossime ai 200 km/h. La conduzione del mezzo è risultata più difficile del previsto soprattutto a causa di forti turbolenze e della violenza del vento; il pilota ha dovuto affrontare imprevisti quali la formazione di ghiaccio sulla visiera del casco e la rottura di una parte del cavo di traino, avvenuta poco prima di raggiungere la vetta. Inoltre le proibitive condizioni di volo, dovute al freddo intenso ed agli sbalzi di pressione hanno messo a dura prova il suo fisico. Superata la vetta dell’Everest D’Arrigo si è lanciato in planata dal versante nord, verso il Tibet e tornando nella valle del Khumbu in Nepal attraverso il passo Lo-La. Finalmente, alle10 locali (le 14 in Italia) in prossimità del “Laboratorio Piramide”, l’atterraggio. La postazione italiana del Cnr, a quota 5500 lo ha ospitato in attesa del recupero da parte del suo team.
Angelo D’Arrigo è già famoso per altre imprese legate al volo dei rapaci, come l’attraversamento del Sahara, del Canale di Sicilia e il volo insieme ad uno stormo di gru siberiane dalla Siberia al Mar Caspio. Anche durante questa impresa in Himalaya, prima di affrontare l’Everest, D’Arrigo ha riportato nella valle del Khumbu un esemplare di “aquila nepalensis” che in questa zona è quasi estinta. Nei suoi programmi futuri seguire il volo del condor attraverso le Ande, in Perù.