Il riscaldamento globale si fa sentire anche sui ghiacciai alpini e non solo su quelli antartici. Tra sabato 8 e domenica 9 febbraio 2020 è crollata una parte importante del seracco del Gendarme Rouge, nella parte alta del bacino della Brenva, all’imbocco della Val Veny. Il volume totale crollato è stato stimato di oltre 100.000 m3 e non ha avuto ripercussioni a valle.
Il ghiacciaio era attentamente monitorato nell’ambito delle attività di cui al Piano di Monitoraggio dei Rischi glaciali, gestito dalla Fondazione Montagna sicura su incarico della Regione Autonoma Valle d’Aosta (Assessorato Opere pubbliche, Territorio ed Edilizia residenziale pubblica – Dipartimento Programmazione, risorse idriche e territorio). In data 07 febbraio 2020 veniva segnalata alla Struttura regionale Assetto idrogeologico dei bacini montani la fratturazione, accelerazione e potenziale instabilità relativa al Seracco del Gendarme Rouge.
Al fine di poter valutare in maniera qualitativa e quantitativa l’evoluzione della fratturazione, la stima del volume soggetto a crollo e le velocità indicative di spostamento della massa glaciale, è stata utilizzata come riferimento la Fotocamera Panomax (che scatta immagini a 360° ad alta definizione), posizionata alla Stazione di Punta Helbronner di SkyWay Monte Bianco. La valutazione fotogrammetrica sulla porzione instabile quantificava un volume della porzione instabile di ghiaccio pari a circa 120.000 m3.
La situazione di fratturazione è stata documentata dai tecnici della Fondazione Montagna Sicura anche grazie all’impiego di immagini satellitari ESA Sentinel-2. Grazie alle immagini registrate dal 14 ottobre 2019 al 1 gennaio 2020 erano state stimate le velocità medie del periodo di “normale†scorrimento. Prendendo in considerazione il periodo di immagini tra il 31 gennaio ed il 07 febbraio 2020, si delineava invece una netta accelerazione, con velocità che si attestavano sui 50 – 70 cm/giorno. Tale accelerazione veniva accompagnata da un progressivo allargamento della frattura a monte del seracco. Dopo la segnalazione, con la valutazione di possibili ripercussioni sul fondovalle, si è puntualmente verificato il crollo della porzione fratturata del seracco. Tale crollo, date le condizioni di innevamento normale e di basso pericolo valanghe, non ha comportato criticità sul fondovalle.