Dal 31 luglio al 21 agosto a Courmayeur la rassegna “Passione verticale”. Quattro le sezioni in programma: Volti, Libri, Film e Spettacoli Teatrali. Tra gli ospiti della rassegna anche Patrick Gabarrou, Ines Papert ed Ermanno Salvaterra.
Tutti gli appuntamenti si svolgeranno al Jardin de l’Ange, il salotto culturale della cittadina alpina, alle ore 21.15. Parole, immagini, racconti di viaggio e testimonianze dal sapore estremo apriranno uno spiraglio su un mondo remoto eppure vicino, quello di chi ha fatto della montagna il centro della propria vita.
La prima parte della rassegna sarà dedicata ai Volti, quelli degli alpinisti, scalatori e “interpreti” della montagna, che condivideranno, per una sera, assieme al pubblico, la loro significativa esperienza sotto la guida di Enrico Montrosset.
I primi a raccontarsi saranno, mercoledì 31 luglio, Francesco Civra Dano, Edmond Joyeusaz, Luca Rolli e Davide Capozzi, guide alpine di Courmayeur. Cresciuti professionalmente all’ombra della vetta più alta d’Europa, nella culla dell’alpinismo internazionale, conoscono tutti i segreti della “montagna di casa”, e si sono resi protagonisti di avventure al limite dell’incredibile nell’ambito dello sci estremo, come la prima discesa assoluta del canale sud delle Dames Anglaises, e la prima ripetizione della parete est dell’Aiguille Blanche de Peuterey, la parete che non c’è.
Sabato 3 agosto Courmayeur ospiterà “L’uomo del Torre”, come è stato ribattezzato il grande alpinista Ermanno Salvaterra, il cui nome da trent’anni è legato a doppio filo al Cerro Torre, in Patagonia, di cui è tra i maggiori conoscitori. Si tratta della vetta forse più inaccessibile al mondo: per raggiungerla, da ogni lato, occorre affrontare 900 metri di parete granitica e un fungo di ghiaccio perenne sulla sommità. L’alpinista racconterà il suo rapporto con una vetta che non ha eguali al mondo e con una terra, la Patagonia, selvaggia e di forti contrasti.
Mercoledì 14 agosto sul palco del Jardin de l’Ange ci sarà il francese Patrick Gabarrou. In circa 40 anni ha inanellato oltre 300 ascensioni, con 30 prime assolute e 20 nuove vie, molte delle quali nel suo regno, la sua “cattedrale di luce”, come ama chiamare il Monte Bianco. Gabarrou non è semplicemente un uomo da record: laureato in filosofia alla Sorbona, ha sempre affrontato la montagna come un percorso di conoscenza, un’esperienza esistenziale profonda, una fonte di arricchimento spirituale.
Martedì 20 agosto il testimone passa al quarto volto, quello di Ines Papert, quattro volte campionessa mondiale di ice climbing. Nata a Wittemberg in Sassonia, in piena pianura, non appena ha potuto conoscere da vicino la montagna è stata fatalmente catturata dall’adrenalina che lo sport in alta quota può regalare. Il ghiaccio e la roccia sono i suoi compagni di avventure, da affrontare con spirito competitivo, ma anche con grande rispetto e umiltà.
La seconda parte della rassegna Passione Verticale è dedicata ai Libri.
Lunedì 19 agosto, alle ore 18, al Jardin de l’Ange, il pubblico scoprirà “Ritratti da parete”, una galleria di interviste realizzate da “Tgr Montagne” ad ottanta alpinisti, a cura di Alberto Gedda e Roberto Mantovani. Saranno le parole dei protagonisti a raccontare con semplicità esperienze difficili da comunicare, perché intense e tali da riassumere il senso di una vita intera.
Mercoledì 21 agosto, sempre alle ore 18, al Jardin de l’Ange, la protagonista sarà lei, la vetta più alta d’Europa. Al centro del libro “Monte Bianco 1787-1865. 65 anni di ascensioni” curato da Gianluigi Discalzi ci sono l’epoca gloriosa e poco nota delle prime esplorazioni, l’affermazione delle guide alpine e di una scuola di alpinismo senza eguali, e l’influsso dell’esplosione del turismo di massa. Ogni fase storica si contraddistingue per un diverso modo di intendere l’alta montagna e il rapporto con essa, con inevitabili riflessi dal punto di vista dell’alpinismo. Partecipano Gianluigi Discalzi e Leonardo Acerbi.
Passione Verticale ha quest’anno una sezione dedicata ai film, con le migliori pellicole internazionali del 61° TrentoFilmFestival, capaci di regalare momenti di grande intensità visiva e forza narrativa.
Venerdì 2 agosto è la volta di Autana del britannico Alastair Lee. Ne è protagonista lo scalatore Leo Houlding autore della prima scalata della parete est del cerro Autana, una parete verticale che termina su di un gigantesco altipiano nel cuore della giungla.
Martedì 13 agosto andrà in scena un doppio appuntamento con l’avventura, con due pellicole della durata di 32 minuti ciascuna. Si inizierà con Honnold, un film di 58 minuti che i registi Josh Lowell e Peter Mortimer hanno dedicato all’omonimo climber, considerato il più audace della sua generazione. Alex Honnold, forte delle sue imprese precedenti, si prepara alla sfida della vita, lo Yosemite Triple. Oltre alla preparazione atletica serve anche quella mentale, necessaria per affrontare il dilemma che oppone, talvolta, l’ambizione all’istinto di sopravvivenza. Seguirà La Dura Dura, il racconto di una doppia “tenzone” cavalleresca, una battaglia all’ultimo spit tra personalità del climbing riunite in Catalogna. Sotto l’occhio del regista Josh Lowell, Chris Sharma e Adam Ondra cercheranno di aprire il primo 9b+ della storia, mentre poco distante due tra le migliori scalatrici, Sasha DiGiulian e Daila Ojeda, abbatteranno ogni record femminile.
Infine la sezione dedicata agli Spettacoli Teatrali.
Domenica 4 agosto la mini-rassegna teatrale si aprirà con (S)legati, tratto dal bestseller "La morte sospesa", che racconta la storia vera degli alpinisti Joe Simpson e Simon Yates al Siula Grande, in Perù. Tenacia, resistenza fisica e mentale, volontà di ferro sono le doti messe in rilievo in questa incredibile vicenda, che ha sollevato una forte eco internazionale.
Sabato 10 agosto “Due amori” ripercorrerà la vita di Renato Casarotto, indimenticato alpinista simbolo della sua generazione, legato a due amori profondi e viscerali, la montagna e Goretta, la moglie, grande alpinista, che con lui ha condiviso moltissimo.
Infine, domenica 11 agosto, Marco Albino Ferrari, accompagnato dal chitarrista jazz Denis Biason, racconterà, con La via del lupo, il ritorno di un animale mitico oggi emblema della natura da proteggere, tra le montagne italiane. Il lupo è tornato a convivere con l’uomo, anche se la sua presenza, marginale e praticamente invisibile, resta avvolta in un alone di mistero