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Primo giorno di gara. Caldo, un caldo come pochi. La salita al decollo del Centrale che già non è una passeggiata, perché i tuoi cento metri di dislivello te li devi sempre fare, oggi assomigliava ad uno di quei riti liturgici tra sacro e profano tanto cari alla nostra penisola, dove file di penitenti si ingegnano in ogni maniera per mortificare il loro corpo ed in tal modo purgarsi dei propri peccati. Domenica 17 luglio, una fila interminabile di fedeli d’ogni razza e nazione, si sono incamminati lungo la salita del Centrale. Non si udivano canti o salmi, erano tutti zitti per risparmiare fiato quanto possibile, tutti muti e contriti; o almeno… le facce erano quelle, se poi le cose non fossero esattamente come apparivano, non lo so.



Depositavano il loro fardello di dolore e riprendevano fiato. La fine di questo mistero doloroso vuole che tutti i penitenti ormai purificati siano stati poi assunti in cielo… ebbene ragazzi, che ci crediate o no, è proprio andata così, ma il bello è che ci sono andati proprio tutti, di qualunque razza, fede o colore della pelle fossero.

Che sia un segno divino?



La meteo diceva che c’era una fascia di stabilità fino a 1500 e la meteo ha sempre ragione. Il crinale era spazzato solamente da alcuni cicli di termica ben distanziati, in mezzo, tra un ciclo e l’altro, il nulla, solo afa e sole. Giorgio Corti, il direttore, pensava sul principio di dare una manche di 59 km: Alpe del Vicerè, Roncola e atterraggio, ma era troppo azzardato, le condizioni erano troppo stabili. Così si è pensato di mandarli solo alla Roncola con deviazione in pianura: la Curti Factory, giusto a 5 km dal Cornizzolo. Quanto bastava per costringerli a fare quota ed a non piombare sull’atterraggio troppo bassi. Che fosse una manche dura in quelle condizioni, era una cosa chiara per tutti. Decollo ore 13.45, start ore 14.15, solo mezz’ora a disposizione di 130 piloti per decollare e fare lo start che era poco più ad est. Fatti i conti sono meno di 15 secondi a testa, “come faranno…” mi chiedevo… “se fa…se fa…” diceva la vocina.



Al grido di ‘The window is open’ non si è mosso nessuno, tutti nicchiavano, nessuno che avesse voglia di vestirsi e decollare, le termocavie in alto indicavano chiaramente che si faceva quota. Intanto i devils spazzavano il decollo. Damiano Zanocco, il nostro responsabile meteo, era accanto a me e mi teneva una lezione d’aerologia: “Guarda… guarda… guarda… eccolo lì che parte (il devil)” e puntualmente vedevi le vele che si accaramellavano lungo il crinale seguendo una linea pressoché rettilinea. “E’ una situazione tipica di quando c’è così tanta stabilità, non hai il vento che stacca le termiche e queste partono solo quando acquistano una quantità d’energia tale da farle staccare autonomamente. Ecco, senti ora il vento che tira appena in giù? E’ la classica situazione di richiamo quando sta per staccare… Ecco… Guardala là…” Puntualmente come un orologio partiva il devil con il suo percorso di piccoli drammi e improperi. Evidentemente, il fatto che i ‘penitentes’ lanciassero improperi era tollerato lassù, nei piani alti, perché poi sono saliti ugualmente tutti in cielo. “Dopo il devil, puoi stare tranquillo che seguono cinque-otto minuti di termica stabile e non turbolenta, ma se ti prende appena decollato può essere una cosa seria” mi aveva spiegato Damiano. Sta di fatto che in meno di mezz’ora erano partiti tutti in un turbine di vele.



Hanno trovato quote non elevate e termiche incostanti lungo tutto il percorso, ma nonostante tutto hanno chiuso in tanti. C’era vento sostenuto in fondo a Valcava che rendeva più difficile il ritorno, ed un certo numero ha bucato là, mentre l’altro gruppo dei trapanatori ha bucato a breve distanza dall’ultima boa. Bucare sul finale fa parte del gioco, se sei in gruppo e puoi giocarti la manche, ci provi, se va… ha le gambe. Purtroppo la situazione meteo non aveva le gambe.



E’ andata finire che è arrivato ‘il solito svizzero’ : Witschi Michael in 2h10’, seguito da Tomas Brauner della rep. Ceca, (chi se lo ricorda il biondone rasta fuori gara agli italiani? Ecco, quello) terzo un brasiliano: Rodrigo Monteiro, uno che è in crescita. Il nostro Jimmy è arrivato sesto in un testa a testa sul filo di lana con Patrick Berod, un arrivo spettacolare, erano in tre e Jimmy a evidentemente dato il massimo di pedalina negli ultimi 50 metri prima della linea d’arrivo, dentro il teleobiettivo ho visto distintamente lo scatto. Bel colpo… Purtroppo, dei nostri sono tanti quelli che prima di fare quota per l’ultima boa hanno deciso di fare un dritto sulla pianura ed hanno bucato. Se fosse andata bene avrebbero fatto un bel colpaccio come squadra. Se fosse andata… ma non è andata… Amen. In totale ne sono arrivati 43 a meta.

Giorgio Sabbioni,

dalla Cornizzolo Cup






Info

www.cornizzolocup2005.org







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