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“La montagna che include”, Mountcity presenta un convegno sui modelli per l’integrazione sociale e nuove opportunità di crescita attraverso la montagna

La montagna per creare solidarietà, amicizia e sicurezza. Si tiene per la prima volta a Milano domenica 13 marzo il convegno “La montagna che include. Modelli per l’integrazione sociale e nuove opportunità di crescita attraverso la montagna”. L’evento, che rientra nella rassegna “Mountcity” in corso dal 12 al 20 marzo, si svolgerà alle 14:15 nell’Auditorium del Residence La Cordata, in via San Vittore 49.

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L’organizzazione del convegno è della Società Escursionisti Milanesi, storica Sezione del Club Alpino Italiano, il cui impegno in materia è noto. Si costituì infatti nel 1891 fra artigiani, impiegati e operai per diffondere tra i ceti popolari l’abitudine di frequentare le montagne. Ed è Laura Posani, medico e alpinista milanese nonché presidente della SEM, a condurre il simposio dal titolo “La montagna che include”, dove il termine “inclusione”, entrato nell’Agenda di Sviluppo Sostenibile 2030, riguarda tutte le dimensioni del sociale (sanitaria, educativa, lavorativa, culturale, politica, informativa, di sicurezza, ambientale).

Dopo un’introduzione di Renato Aggio, presidente delle sezioni lombarde del CAI, il convegno prende avvio con la trentennale esperienza della scuola del Club alpino “Alpiteam” che in Lombardia collabora con le realtà del sociale operanti nell’ambito del cosiddetto “disagio”. Realtà per le quali l’esperienza dell’alpinismo e “dell’andare in montagna”, come riferisce Beppe Guzzeloni, può rappresentare un momento educativo di crescita e recupero psicosociale.

Il grande cuore di Milano si apre alla montagna, come si può dedurre dal convegno, con altre importanti iniziative stracittadine. La Cordata presenta il progetto “Case Saltatempo”, un servizio socio-educativo rivolto a minori extracomunitari non accompagnati offerto in collaborazione con il Comune di Milano: si tratta di “luoghi dove crescere, conoscersi, imparare a gestire la propria quotidianità, l’inserimento professionale e l’integrazione nel territorio di accoglienza”, come riferiscono al convegno Anna Ghezzi e Carla Caravella.

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A Milano da un anno opera poi il progetto-pilota “Quartieri in Quota”, presentato dalle educatrici Elena Biagini e Luisa Ruberl. Obiettivo dell’iniziativa, inserita nell’ambito di operatività dell’Associazione “Quartieri tranquilli” di cui è presidente Lina Sotis che interviene al convegno, è quello di avvicinare alla natura e alla montagna ragazzi e ragazze che hanno avuto poca o nessuna opportunità di vivere questa esperienza. Come si sa, la montagna offre a chi la frequenta il gusto di mettersi alla prova, di condividere con altri la sorpresa della scoperta e la capacità di superare la fatica per raggiungere una meta: elementi che rappresentano i cardini dell’operare del Club Alpino Italiano e dell’Associazione ALM (Attraverso La Montagna) ai quali, nel progetto-pilota, è affidato il compito di accompagnare i ragazzi in montagna svolgendo un’indispensabile opera di alfabetizzazione e diffusione dei suoi valori. I progetti sono rivolti sia alle Scuole, attori formativi fondamentali per la crescita dei giovani, sia ad altri luoghi deputati alla formazione quali Centri Diurni, C.A.G. (Centri di Aggregazione Giovanile) e Comunità Alloggio.

Infine, un’altra testimonianza riguarda un’iniziativa tutta milanese, quella dei “Semprevivi” che nella parrocchia di San Pietro in Sala in Piazza Wagner, per merito del religioso don Domenico Storri che ne traccia la storia e ne delinea la “filosofia”, rappresenta un modello di montagna-terapia rivolta al disagio psichico.

Sempre da una costola della SEM, per concludere, si è sviluppato negli ultimi otto anni a Milano il Premio dedicato a Marcello Meroni che, come puntualizza al convegno la coordinatrice Nicla Diomede, è riservato a chi, in ambito montano, riesce a rappresentare un esempio positivo. Il convegno si conclude con due dei premiati, entrambi milanesi, che operano nel sociale con straordinario impegno: Annalisa Fioretti, medico, alpinista appassionata alle quote himalayane e ideatrice del progetto umanitario “Torvagando” rivolto ai giovani nepalesi orfani del terremoto del 2015; e il professor Giuseppe Masera, già direttore del Dipartimento di Pediatria e del Centro Ematologia Pediatrica dell’Ospedale San Gerardo di Monza, che da oltre dieci anni avvicina alla montagna bambini in remissione o guariti dalla leucemia, con un programma suggestivamente intitolato “A ciascuno il suo Everest”. Un messaggio di speranza, quello del professor Masera, che di anno in anno si ripropone. A disposizione dei partecipanti al convegno, Annalisa Fioretti mette per l’occasione il suo libro “Oltre – Nepal. Viaggio al contrario tra polvere e sorrisi” i cui proventi sono destinati ai ragazzi nepalesi.

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