La Convenzione delle Alpi, che riconosce la fragilità e la peculiarità del sistema alpino, stabilisce chiaramente, attraverso i protocolli tematici, le strategie di sviluppo sostenibili per questo territorio.
L’energia si configura come uno dei 12 campi di azione per il quale occorre “assumere concrete misure in materia di risparmio energetico, produzione,, trasporto, distribuzione ed utilizzo dell’energia, (…) compatibile con i limiti specifici di tolleranza del territorio alpinoâ€.
Il Protocollo attuativo precisa tale finalità articolandola in alcuni impegni fondamentali volti a minimizzare il carico ambientale di origine energetica in un contesto di ottimizzazione della fornitura di servizi energetici all’utente finale, armonizzazione della pianificazione energetica a quella generale di assetto del territorio alpino, contenimento degli effetti negativi delle infrastrutture energetiche sull’ambiente e sul paesaggio, riduzione del bisogno di energia con l’uso di tecnologie più efficienti, soddisfacimento dei restanti bisogni di energia con fonti rinnovabili, sostegno, anche attraverso programmi di sviluppo, di impianti decentrati per lo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili quali l’acqua, il sole, la biomassa.
Come declinare a livello locale questi impegni, attraverso quale strada concretizzare quanto stabilito sulla carta?
E’ praticabile una “via energetica†alpina sostenibile?
Quali impatti ambientali si possono determinare? Come rimediare a quelli idroelettrici?
E’ possibile mettere a punto un sistema comune di conoscenza ed informazione sulle esperienze di buone pratiche che in questo campo si stanno realizzando?
E’ opportuno creare un osservatorio sulla effettiva implementazione di questo protocollo?
Domande che lasciamo aperte alla discussione, alla ragionevole speranza che, attraverso esperienze concrete, anche in questo campo le Alpi possano di intraprendere la strada giusta della sostenibilità .