Ce l’hanno fatta: Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson dopo diciannove giorni in parete hanno scalato in libera la via forse più difficile al mondo “Dawn Wall” su El Capitan.
La grande epopea dell’alpinismo sembra essere tornata, ma non sulle Alpi quanto piuttosto sulle grandi parete californiane. Giovedì 15 gennaio, dopo diciannove giorni in parete, i due arrampicatori professionisti, Tommy Caldwell e Kevin Jorgeson, hanno chiuso la partita con El Capitan, nella Yosemite Valley, scalando “Dawn Wall”, una via considerata tra le più difficili al mondo, con intere lunghezze di 9a.
Riviste e quotidiani, dal National Geographic al New York Times, televisioni e siti Internet di tutto il mondo hanno seguito con attenzione i due scalatori nella loro impresa, la scalata della vita, un sogno cui hanno lavorato per ben sette anni. Appigli minuscoli e affilati come lame di rasoio hanno distrutto i polpastrelli di Jorgeson, che ha avuto la pazienza di aspettare che le ferite si rimarginassero, continuando a bivaccare in parete. I due hanno arrampicato spesso di notte, alla luce delle frontali, quando il sole non batte sulla parete esposta a Sud, le dita non sudano e l’aderenza alla roccia diventa ottimale. Colpisce, al di là dell’exploit dei due californiani, l’interesse dei media: sembra quasi un tuffo nel passato, un ritorno alle mitiche 342 ore di René Desmaison sulle Grandes Jorasses, alla corsa al Pilastro del Freney, all’invernale sul Cervino di Walter Bonatti.
Che sia “roba d’altri tempi” è anche l’opinione di Valerio Folco, guida alpina residente ad Aosta, vero esperto di Yosemite, che ha così commentato la scalata di Caldwell e Jorgeson: "Vedendo quello che Tommy e Kevin hanno fatto sul Dawn wall, ritorno alle immagini e alle parole di Warren Harding quando nel 1958 “made it possible”, rese possibile l’arrampicata di El Capitan lungo la sua parete più liscia e verticale. Allora lui e i suoi compagni avevano appena compiuto la salita del “Nose” e avevano incuriosito tutti i media nazionali americani che mostrarono per la prima volta quella parete alla gente comune.
Warren diventò il primo "Big Wall rat” e dopo di lui in questi 58 anni pochi altri “Rat” si sarebbero impegnati con tutte le forze per aprire vie nuove e ripetere quelle esistenti… già perché sul El Capitan tutto è specializzazione, tutto è estremo ma il tutto è anche magico. Per arrampicare El Capitan divertendoti senza rischiare la vita devi essere specializzato nel senso che devi apprendere tutti i segreti della progressione e lo puoi fare solo vivendo là o frequentando il posto e arrampicando con i “locals”. Le difficoltà nell’arrampicata sono “speciali”… un 6B in fessura Europeo in Yosemite è facilmente paragonato ad un 5+.
Tommy e Kevin sono due super specializzati dell’arrampicata libera su El Capitan. Hanno passato alcuni anni a lavorare questo progetto così difficile, forse troppo difficile e se loro hanno impiegato così tanto per riuscire in questa arrampicata non immagino gli altri.
Tommy ha al suo attivo diverse vie in libera su El Cap… per citarne una la via di artificiale Dihedral Wall che ha liberato qualche anno fa, che ha la sezione chiave con 7/8 tiri consecutivi attorno all’ 8b/8b+. Ma sul Dawn Wall si parla della sezione chiave con 8/9 tiri attorno all’8c/9a. I media nazionali hanno forse capito la portata storica dell’evento? Credo di si perché ancora una volta dopo essere accorsi in Yosemite per Warren e la sua The Nose, ora sono di nuovo tutti là per Tommy e Kevin e la loro Dawn Wall.
Insomma roba d'altri tempi… nel passato per Warren e la sua The Nose, per Tommy e la sua Dawn Wall invece siamo proiettati nel futuro".
Foto: Kevin Jorgeson Facebook page