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Francesco Casagrande è campione italiano Uphill 2020. Nella vigilia del suo cinquantesimo compleanno il campione toscano si fa un grande regalo e lo fa a tutti coloro che hanno condiviso questa sua grandissima impresa. Dura, intensa, spettacolare. Un’inedita salita che dal campo sportivo di Moena sale al Col Margherita (m 2.513 slm), passando al passo San Pellegrino (m 1.918 slm). 18 km di gara, per un dislivello totale di 1.500 m. con pendenze del 40%.

Chi transita per primo all’intermedio di questa crono estrema, è proprio Casagrande che andrà a vincere laureandosi campione italiano Uphill 2020 con un tempo stratosferico di 1:22:08. La sua lunga esperienza insieme ad una gamba ancora potente, hanno portato il campione toscano a fare la differenza su tutti gli altri. Sul podio, dietro di lui, sono saliti due giovani atleti, Mattia Longa (Scott) e Martino Tronconi (Wilier 7C Force), che hanno tagliato il traguardo rispettivamente in 1:22:21 e 1:23:50. In cima a quello sperone roccioso, a quell’ultimo muro, Casagrande taglia il traguardo riprende subito fiato: “E’ stata durissima – ha ammesso – ma arrivare fin quassù è stato bellissimo. Devo dire che ho fatto parecchi tratti a piedi, il terreno era smosso e quindi ero più veloce nello spingere la bici. Ho fatto una bella prova, sapevo di stare bene, ma qui ci sono corridori agguerriti e molto più giovani di me. Ce l’ho messa tutta”. Queste le sue prime parole da nuovo campione tricolore. Oggi Casagrande veste la maglia dell’ASD Cicli Taddei. Quella di oggi è una vittoria bellissima tra le numerosissime della sua carriera. Campione mondiale a fine 2000, dal 2009 corre in mtb, ha affrontato questa crono “extreme” con la grinta di un leone, con il carattere dei fuoriclasse che dall’alto della loro esperienza hanno tanto, tutto da insegnare. Soprattutto dopo aver dato tanto ed essere stati sull’Olimpo, hanno ancora voglia di testarsi oltre che rispondere a quel talento e quella passione che li ha portati fin lassù.

Oltre alla straordinaria vittoria di Casagrande, sono state assegnate altre maglie tricolore. Per il campionato maschile, oltre per la categoria Elite, anche per la categoria Elite Master a Michael Spoegler (ASC Sarntal Rad), Junior a Mattias Rosso (Unione Sportiva Litegosa), Under23 a Ramon Vantaggiato (ASD Team Velociraptors), M1 a Andrea Bravin (UC Caprivesi), M2 a Andrea Zamboni (Carina – Brao Caffè), M3 a Simone Colombo (KTM Protek DAMA), M4 Luca Paniz (Team Spacebikes), M5 a Fabrizio Pezzi (ASD Team Errepi), M6 a Paolo Birello (Scavezzon Squadra Corse, M7 a Piergiorgio Dallagiacoma (Carina – Brao Caffè), M8 a Adriano Da Lio (Scavezzon Squadra Corse).
Per quanto riguarda il campionato femminile, è stata assegnata solo la maglia tricolore Open (Elite, U23 e Junior). Veste la maglia tricolore, scalando il Col Margherita in 1:43:57, Chiara Burato (OMAP Cicli Andreis), davanti ad Annabella Stropparo (Team Tek Series) blissando l’ottima prestazione nella crono di ieri, seconda con un tempo di 1:45:49. Terza, Elisa Gaddoni (ASD Cicli Taddei) in 1:48:00.

Ma tornando con i piedi per terra, oggi è stata la giornata dell’Extreme Uphill Val di Fassa, valida per il Campionato Italiano Up Hill 2020. Dopo aver assistito ieri pomeriggio, all’impresa di Alexey Medvedev sul Lusia, davanti a Michael Spoegler e Mattia Longa nell’assoluta maschile, oggi si è celebrata, in una seconda uphill, la potenza degli scalatori. La prova era davvero estrema, dove oltre le gambe serviva la testa, tanta testa, soprattutto nel tratto finale, una serie di interminabili muri da scalare dove solo pochi potevano e sapevano fare la differenza. Ma ciò non poteva bastare per vincere: bisognava saper pedalare bene anche durante i primi 5 km. dove si potevano trovare tratti particolarmente viscidi ed insidiosi, messi lì dalla natura per far perdere secondi preziosi.

Circa 150 i partenti dal campo sportivo, in zona sud di Moena, scaglionati ad intervalli di un minuto. Prima le categorie agonistiche, seguite da quelle amatoriali. Alla linea di partenza c’era tanta voglia di correre, di fare fatica, di testare la propria condizione quasi al termine di questa stagione così particolare. Bisogna dire che gli organizzatori hanno regalato a tutti coloro che l’hanno saputa cogliere, un’occasione importante, se non fosse solo per tornare a correre in Trentino. Un primo plauso quindi va a chi ci ha creduto fino in fondo e qui non si parla degli scalatori del Col Margherita, ma di tutte quelle persone, associazioni, enti, realtà, espressioni di questo magnifico territorio che hanno lavorato come sempre, più di sempre, alla realizzazione di questo doppio evento. Un impegno “extreme” che va riconosciuto.

Della Extreme Uphill si può raccontare che per un buon tratto coincide con la tipica salita della gran fondo storica, nella prima metà, prevalentemente su forestale in ghiaia con un’alternanza di tratti più e meno ripidi. Avvicinandosi al Passo San Pellegrino, invece, sono stati aperti nuovi passaggi nel bosco che interrompono la monotonia della salita e ricordano agli atleti che pur in una cronoscalata, si tratta sempre di mountain bike ed è richiesta qualche abilità tecnica in più che spingere a testa bassa sui pedali. Lieve tratto in falsopiano allo scollinamento del Passo San Pellegrino, giusto il tempo di rifiatare e raccogliere tutte le energie rimaste per affrontare l’ultima parte di ascesa, la più ripida, fino al traguardo del Col Margherita. Senz’altro chi ha saputo amministrarsi bene fin qui, è riuscito poi a fare la differenza. Per ogni corridore, quest’ultima salita è qualcosa di epico, di leggendario, una serie di rampe che rischiano di far mettere il piede a terra anche ai top biker. Raggiungere il gpm è per tutti un’emozione incredibile e una volta recuperato lo sforzo è possibile godersi un panorama incredibile. Il traguardo infatti, è sulla cima di uno sperone di roccia granitica dove è situata la stazione a monte della funivia Col Margherita e da dove si possono ammirare numerose vette tra le quali la Marmolada, le Pale di S.Martino e la catena del Lagorai.

Oltre alla straordinaria vittoria di Casagrande, sono state assegnate altre maglie tricolore. Per il campionato maschile, oltre agli Elite, anche per la categoria Junior a Mattias Rosso (Unione Sportiva Litegosa) e Under23 a Ramon Vantaggiato (ASD Team Velociraptors). Per quanto riguarda il campionato femminile, è stata assegnata solo la maglia tricolore Open (Elite, U23 e Junior): veste la maglia tricolore, scalando il Col Margherita in 1:43:57, Chiara Burato (OMAP Cicli Andreis), davanti ad Annabella Stropparo (Team Tek Series) blissando l’ottima prestazione nella crono di ieri, seconda con un tempo di 1:45:49. Terza, Elisa Gaddoni (ASD Cicli Taddei) in 1:48:00.

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TESTIMONIANZE

FRANCESCO CASAGRANDE
“E’ stata durissima, ho fatto parecchi tratti a piedi, il terreno era smosso e quindi ero più veloce a piedi. Ho fatto una bella prova, sapevo di stare bene, qui ci sono comunque corridori agguerriti e molto più giovani di me, però ce l’ho messa tutta”.

MATTIA LONGA
“Avevo programmato di partire tranquillo ed infatti al San Pellegrino mi hanno detto che avevo più di un minuto da Casagrande e poi sono partito facendo il mio rimo sapendo che l’altura mi avrebbe favorito essendo di Livigno e su queste rampe guadagno sicuramente. Purtroppo c’erano dei tratti dove si doveva andare a piedi, se non ci fossero stati, sarebbe stata tutta altra gara. Ma non ho nessun rammarico, ho dato tutto fino alla fine”.

MARTINO TRONCONI
“Sono partito un po’ a fatica nei primi trenta, quaranta minuti però sono riuscito ad arrivare al Col Margherita pronto per fare un buon tempo. Quando ho visto che in partenza non ero tanto brillante, ho deciso di fare il mio passo e di dare il tutto per tutto nel finale”.

CHIARA BURATO
“Sono molto soddisfatta di questa mia vittoria. La mia gara l’ho fatta sul Col Margherita. Era lì dove bisognava avere la testa a posto per affrontare quei muri.”

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