Sulla pista Rock del Centro Nazionale di sci alpino di Yanqing è andata in scena la discesa libera femminile dei Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022. La medaglia d’oro va all’elvetica Corinne Suter, ma per l’Italia c’è una storica doppietta, con l’argento di Sofia Goggia e il bronzo di Nadia Delago.
Podio:
- Corinne Suter SUI 1:31.87
- Sofia Goggia ITA + 0.16
- Nadia Delago, ITA + 0.57
Le altre italiane in gara: Elena Curtoni, 5.a; Nicol Delago 11.a.
La conduzione di gara di Corinne Suter è stata impeccabile e la rossocrociata è riuscita a fare la differenza proprio nel tratto finale del canyon, in cui ha colmato il lieve ritardo che scontava, sino a quel punto, nei confronti di Sofia Goggia. La sciatrice di Bergamo oggi ha compiuto una grande impresa, di quelle che fanno comprendere quanto possa contare per un’atleta la partecipazione all’Olimpiade. A soli 23 giorni dal grave infortunio di Cortina, determinazione, dedizione totale, talento, professionalità dello staff e amore per lo sci, l’hanno portata alla medaglia d’argento. Un risultato che sino a pochi giorni fa sembrava una chimera. L’argento odierno, per Sofia Goggia, rappresenta la seconda medaglia olimpica consecutiva dopo l’oro della discesa di PyeongChang 2018.
Un grande plauso va alla giovane Nadia Delago, mai sul podio in carriera e bronzo all’esordio olimpico. La sciatrice gardenese, ne siamo certi, potrà condurre l’Italia ai Giochi di Milano-Cortina 2026, insieme alla sorella Nicol.
Oggi parole di grande stima vanno alla valtellinese Irene Curtoni. Francamente avrebbe meritato anche la vittoria, ma lo svantaggio di partire col numero 1 è stato pagato a caro prezzo, soprattutto nel tratto di scorrimento finale, poco lucido e non così scorrevole come per le concorrenti successive. Oltre al 5° posto, a lei resta il capolavoro di giornata, ovvero la sua ultima curva parabolica, affrontata a oltre 130 km/h; in quel punto nessuno ha saputo eguagliarla.
LE ITALIANE AI MICROFONI DI WWW.FISI.ORG
Sofia Goggia – “Sentivo dentro di me che non ero stata velocissima, perché nell’ultima parte non sentivo i miei sci veloci come sapevo. Complimenti alla Suter, avrei firmato per l’argento. Mi dispiace un po’ per l’oro, però è stato talmente un periodo tosto che oggi è stata la giornata più facile. Dedico questa medaglia a me stessa, perché al cancelletto c’ero io, e a tutte le persone che ci hanno creduto e che mi hanno presa per mano in questo percorso che dopo Cortina sembrava andato in fumo. Questa medaglia ha un valore incredibile. Il momento più difficile? Il lunedì dopo l’infortunio e quando qui a Pechino ho rimesso gli sci ai piedi, perché sapevo avrei dovuto far una progressione enorme e avevo quasi paura anche in campo libero di fidarmi della mia gamba, di fidarmi di me stessa nuovamente. Mi sentivo bene ancor al ginocchio ma il momento più duro sicuramente è stato quando in superg sono incappata in una scivolata banale, sbattendo contro le reti ma per me è stata una mazzata psicologica allucinante. Pensavo di aver peggiorato la situazione ma ho avuto un pomeriggio di sconforto in cui ho pensato di non farcela. Io credo di esserci arrivata con la forza di volontà. Penso di aver avuto una progressione incredibile sia a livello fisico che sugli sci, perché serviva il coraggio di buttarsi da una discesa nuova, dopo Cortina, senza mai essere andata ancora veloce e farlo con questa scioltezza non penso fosse da tutti. Io ci ho veramente creduto, anche nelle giornate più buie. Da dicembre 2020 ero imbattuta nella disciplina, stavo disputando una grande stagione anche in superg e farmi male a così poco dall’evento mi ha fatto rivivere i fantasmi della stagione passata sapendo che l’Olimpiade c’è ogni quattro anni. Ci ho creduto veramente, sennò non ce l’avrei fatta. Al cancelletto di partenza ero concentrata ma penavo solo a cosa volevo fare sugli sci. All’arrivo ho capito che i miei sci non mi avevano dato la sensazione solita nella parte sotto, e non penso sia un discorso di sci visto che sono i miei preferiti, però penso di aver sbagliato un po’ l’entrata nel piano – una curva che non mi è mai entrata bene neanche in prova -, è stata una sensazione ma ho sentito di non esser stata così veloce. Ero contenta ma sapevo che quattro decimi erano pochi. Per il valore soggettivo è l’impresa più bella della mia carriera, per il valore della medaglia no, ma per quello che significa per me sì. Ringrazio i medici perché penso siano stati anche tacciati di pazzia per avermi rimesso sugli sci (ride ndr). Si son presi responsabilità allucinanti ma visto che ho sempre preso le loro parole come vangelo: infatti 12 giorni dopo ero sugli sci”.
Nadia Delago – “Sono estremamente grata di essere qui. Non ci posso ancora credere, voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato a vincere questa medaglia che non è solo mia, ma di tutti quelli che mi hanno aiutato da sempre. È ancora più speciale se pensiamo che oggi ero qui con mia sorella. Quando abbiamo estratto io l’undici e lei il dieci abbiamo pensato fosse una cosa pazzesca. È stato molto emozionante, in partenza mi ha detto di divertirmi e di sciare come so. Ci siamo abbracciate ed è stato bellissimo. Non tutti hanno avuto l’opportunità di avere un parente qui, grazie ai nostri genitori che ci hanno sempre aiutato facendo tanti sacrifici: è davvero speciale. Siamo abbastanza diverse, io più fredda lei più dolce però alla fine con questi due caratteri andiamo molto d’accordo e ci aiutiamo sempre a vicenda. Questa medaglia è mia ma anche sua. Non so neanche io le ragioni di questo miglioramento delle ultime due stagioni, quando una gara va bene ti senti sempre più in fiducia e vado bene sullo sci, mi diverto e quello secondo me è la parte più importante”
IL CORTOMETRAGGIO DELLA DISCESA (3 MINUTI)
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LA DISCESA D’ARGENTO DI SOFIA GOGGIA
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SOFIA GOGGIA: “AVREI FIRMATO PER L’ARGENTO”
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LA GARA DI NADIA DELAGO
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LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE
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LA MEDAGLIA D’ORO DI CORINNE SUTER
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Federica Brignone, lo ricordiamo, non si è qualficata per la disputa della gara dopo le due prove cronometrate.