Domenica 18 ottobre 2009 ad Aosta la finale della “bataille des reines”. All’arena Croix Noire, alle porte della città, a partire dalle 9 si svolge uno degli appuntamenti più importanti delle tradizioni popolari valdostane. La battaglia delle bovine richiama infatti una grande partecipazione di pubblico e non solo di addetti ai lavori.
Le Reines (regine) sono vacche selezionate appartenenti alla razza pezzata nelle varietà rossa, dal mantello più chiaro pezzato e il muso bianco, e nera, la più antica varietà delle Alpi, entrambe famose per la produzione di latte di alta qualità. Fin da quando i bovini sono stati addomesticati, i maschi vivono segregati dalle femmine e sono relegati alla riproduzione, tanto che si è costituita, come spesso accade in natura, una società matriarcale in cui sono le femmine a lottare per il predominio nel branco. Gli allevatori, sfruttando quindi la naturale competitività delle bovine, organizzano scontri, che sono da tempo rigidamente regolamentati. In questi combattimenti l’avversaria non è scelta direttamente dall’animale, ma le contendenti si affrontano per sorteggio.
Il primo combattimento organizzato si disputò a Châtillon nel 1924 ma le batailles furono sospese durante il fascismo, forse perché troppo rappresentativi dei valori delle tradizioni e della cultura locali e ripresero soltanto nel 1947. Il primo concorso postbellico ad Aosta vide la presenza di quattromila spettatori. Dal 1958 le competizioni sono organizzate dall’Association des Amis des Batailles des Reines, sotto l’egida dell’assessorato al Turismo e seguono regole precise. Le batailles sono anche diventate uno stimolo per gli allevatori a selezionare e preservare la razza locale al fine di ottenere vitelli di qualità superiore e di maggior valore commerciale.
Sono previste ben venti eliminatorie, distribuite su tutto il territorio valdostano. Prima delle gare le concorrenti sono pesate, divise per categorie in base al peso, numerate e sottoposte a visita veterinaria. Oltre a essere in buona salute devono, infatti, essere gravide. Le corna, se sono troppo affilate, vengono limate. Successivamente si sorteggiano gli incontri che danno luogo a un’eliminazione diretta. La vincitrice è la bovina che riesce a sottomettere l’avversaria o a farla fuggire. È difficile stabilire la durata del combattimento, che può variare da pochi secondi a decine di minuti a seconda della forza e della caparbietà delle reines stesse. Una giuria sovrintende alle gare.
Le prime quattro bovine ricevono in premio campanacci nuovi con incisi sul collare data e luogo dell’incontro; la regina viene ornata con un “bosquet”, ramo di larice o pino, adorno di fiori rossi e nastri, e alle sue corna viene intrecciato un nastro rosso e nero, i colori valdostani.
Assistere ai combattimenti è un’esperienza suggestiva e particolare, vera finestra sul mondo rurale valdostano.