L’escursionismo si pratica di solito portandosi sulle spalle un sacco, il cui peso è estremamente variabile: dai 5 Kg per la gita di un giorno ai 20 o più dell’occorrente per un trekking di più giorni. È noto che maggiore è il peso sulle spalle, tanto più grande è il carico sulle articolazioni degli arti inferiori, ulteriormente aumentato dal camminare in discesa.
La raccomandazione n. 6 della commissione medica dell’UIAA, consiglia l’uso dei bastoncini solo in situazioni specifiche:
· anziani e soggetti soprappeso,
· problemi alle articolazioni o alla colonna vertebrale,
· zaini molto pesanti,
· in caso di neve, terreno bagnato, attraversamento di fiumi e visibilità limitata,
e ne sconsiglia l’uso regolare in tutte le altre situazioni, soprattutto in giovani e bambini .
Ci sono però molte buone ragioni per un uso più esteso. Numerose indagini hanno ormai accertato che l’uso appropriato di bastoncini da escursionismo (bastoncini da sci modificati) riduce il carico sulle strutture articolari degli arti inferiori, ginocchia principalmente, anche e talloni.
Con i bastoncini la falcata si allunga: per una data distanza quindi i passi e l’impatto con il terreno, che avviene ad ogni passo, si riducono con un risparmio di forze verticali applicate sulle articolazioni. Il costo metabolico totale non appare aumentato, probabilmente perché pur lavorando di meno i muscoli degli arti inferiori, lavorano di più gli arti superiori . Nel confronto sulla spesa energetica in tre diverse forme di locomozione: camminata, camminata nordica e corsa, per velocità intorno ai 2 m/sec (7,2 km/h), senza pesi sul dorso, il maggior consumo di ossigeno va alla camminata nordica in cui si usano i bastoncini, ma bisogna tener conto che a tale velocità è meno dispendioso correre che camminare.
I bastoncini infine aumentano la stabilità, allargando la base d’appoggio, e possono prevenire cadute accidentali su terreno irregolare come quello dei sentieri di montagna. Camminando in salita modificano l’assetto del tronco, soprattutto quando si trasporta un carico sul dorso, mantenendolo in posizione più eretta e permettendo migliori escursioni respiratorie.
I possibili svantaggi, secondo le linee guida UIAA, sarebbero la diminuzione del senso dell’equilibrio, che si evidenzia soprattutto dove non possono essere usati (cenge strette o tratti di arrampicata) e la riduzione dei meccanismi che mantengono elastico il passo in discesa (1).
1 Icar Medcom and Uiaa Medcom “Consensus guidelines on mountain emergency medicine and risk reduction” Elsensohn F editor- Stefanoni 2002
2 Schwameder H “Knee joint forces during downhill walking with hiking poles “ Journal of Sports Sciences 1999, 17:969 – 978
3 Bohne M “Effects of hiking downhill using trekking poles while carrying external loads” Med Sci Ports Exerc (2007):177 -183
4 Knight C “Muscular and metabolic costs of uphill backpacking: are hiking poles beneficial? Med Sci Sports Exerc (2000): 2093 -2101
5 Schiffer T “Physiological responses to Nordic walking, walking and jogging” Eur J Appl Physiol (2006) 98: 56-61