Sabato 21 novembre, alle ore 11, presso il Museo nazionale della montagna di Torino, (piazzale Monte dei Cappuccini,7) si proietta in anteprima il documentario “B17 MONT BLANC – MISSING AIRCRAFT IN THE GLACIER – la storia di un aereo svelata dal ritiro dei ghiacciai”, di Erik Gillo.
La sera del 1 novembre del 1946, un bombardiere B17 dell’esercito americano decolla da Napoli diretto a Londra. Il velivolo non arriverà mai a destinazione e andrà a schiantarsi sull’Aiguille des Glaciers. In piena guerra fredda gli otto membri dell’equipaggio vengono dichiarati “dispersi”. Sebbene nell’estate seguente alcuni resti dell’aereo e dell’equipaggio siano trovati per caso sul ghiacciaio dell’Estelette, sul Monte Bianco, la storia dell’aereo e dei suoi uomini rimane sepolta tra i ghiacci e i segreti militari. I parenti e i figli delle vittime per molti anni non sanno nulla di quel che è accaduto ai loro cari. E’ solo a partire dagli anni 70, con il ritiro dei ghiacciai, che riemergono di anno in anno parti dell’aereo, effetti personali e resti umani. Iniziano le ricerche documentarie e storiche in Europa e negli Stati Uniti e le ricerche sul campo portate avanti da escursionisti e guide alpine, scopritori occasionali dei primi resti.
Dopo 65 anni, vengono ricostruiti i fatti e i nomi e i volti dei membri dell’equipaggio, restituita loro dignità e memoria con una commovente commemorazione negata per tanti anni, consegnando la verità ai loro figli e nipoti. Il 3 settembre del 2011 viene scoperta una targa commemorativa con i nomi dei nove militari morti, al rifugio Elisabetta Soldini in Val Veny.
Il film raccoglie testimonianze ed emozioni dei protagonisti principali della vicenda: Anne Cobb sorvola in elicottero la cima della montagna dove ha trovato la morte suo padre, il pilota Lawrence Lofton Cobb, una settimana prima della sua nascita; Jon e Sidney Upham sono partiti dagli Stati Uniti per camminare sul ghiacciaio che custodisce i resti dell’aereo capitanato dal loro nonno, il colonnello Hudson Hutton Upham. Edoardo Pennard, guida alpina e per trent’anni custode del rifugio Elisabetta, e Francis Raout, chasseur alpin all’epoca dell’incidente, dopo 65 anni abbracciano i figli e i nipoti dei soldati di cui hanno raccolto le prime spoglie.
Alla riflessione storica e ambientale, prevista dopo la proiezione del film, con la moderazione di Roberto Mantovani, intervengono Anne Cobb, Silvia Rosa Brusin (RAI TG Leonardo) e Gianni Boschis (geologo – Università di Camerino). Quest’ultimo, frequentatore abituale della Val Veny, ha coordinato le ricerche dei resti dell’aereo dal versante italiano a partire dal 2009, contribuendo a creare una rete di amicizie tra le famiglie delle vittime e i ricercatori. Sabato la vicenda troverà il suo epilogo con la proiezione del documentario.