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Cartina area Afghanistan - fonte Nazioni UniteCari amici, grazie a DiscoveryAlps finora sono stati raccolti quasi 9.000 Euro e nel corso dell’estate sono stati fatti i primi passi per la realizzazione del progetto “Montagne di Pace – Montagne di Guerra”. L’obiettivo, lo ricordo, è costruire 20 pozzi per il prelievo di acqua potabile in un’area montuosa dell’Afghanistan, in cui il sostenamento viene prevalentemente dall’attività agricola. Nel distretto di Nawur e di Gelan vivono soprattutto agricoltori e data l’alta quota del territorio (sopra i 2000 metri sul livello del mare) i campi si arano fine maggio. Pertanto in primavera la comunità è impegnata nell’agricoltura e chi non semina non raccoglie e di conseguenza non mangia.

A semina avvenuta è stato possibile trovare la forza lavoro per avviare lo scavo dei pozzi. I siti dei pozzi sono stati individuati in precedenza dal personale tecnico afgano di Shuhada. I lavori sono quindi iniziati.

Proprio dalla provincia di Ghazni, o meglio dal capoluogo, arrivano anche notizie sconfortanti. Una collaboratrice dell’UNHCR (Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) è stata uccisa in un attentato da due uomini armati mentre viaggiava su un veicolo contrassegnato delle Nazioni Unite. Infatti la città di Ghazni si trova lungo cortile di una tipica fattoria in Afghanistan - foto Evelina Colavital’arteria Kabul Kandahar e viaggiare lungo questa strada è molto pericoloso (vedi percorso nella cartina pubblicata in questo articolo).

La zona dei nostri pozzi invece è situata tra i monti, nelle alte valli poco accessibili e che non attirano i signori della guerra. I contadini devono lavorare i campi per poter sopravvivere e sfamare le loro numerose famiglie. Quest’anno, nel corso del mio viaggio annuale, non ho avuto modo di visitare la zona dei pozzi da noi finanziati, per il semplice motivo che avevo solo due settimane a disposizione per visitare i progetti di Omid Onlus e Shuhada e la provincia di Ghazni era molto fuori mano.

Anche se gli aggiornamenti che arrivano dall’Afghanistan sono spesso sconfortanti, non perdiamo la speranza, perché di frequente a noi giungono solo le brutte notizie ma, come nel caso dell’avvio dei lavori di costruzione dei pozzi, ci sono anche le buone notizie. E a proposito di buone nuove: il 10 dicembre 2003 si riunirà il grande consiglio (Loya Jirga) per votare la nuova costituzione; più di 3000 bambine frequentano le nostre scuole; la popolazione, cioè il cittadino medio, non ne può più degli scontri armati e desidera una vita normale, trascorsa dedicandosi al proprio lavoro e soprattutto alla propria famiglia.

Se loro non perdono la speranza, la dobbiamo perdere noi? Assolutamente no: continuiamo con i nostri progetti e diamo speranza. Per noi l’obiettivo è vicino e con un piccolo sforzo la raccolta di fondi potrà raggiungere la quota necessaria per realizzare i 20 pozzi. Possiamo farcela ed in questo modo, almeno in parte, aiutiamo a sostenere l’Afghanistan nel raggiungimento del suo più grande obiettivo: la pace.



Grazie a tutti. Un caro saluto

Evelina Colavita



Sintesi del progetto Montagne di pace - Montagne di guerraSintesi del progetto Montagne di pace – Montagne di Guerra







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