A Valnontey, Cogne, paradiso delle cascate di ghiaccio, ci sono ancora linee nuove da salire. Enrico Bonino, guida alpina di Saint – Denis, Valle d’Aosta, e l'alpinista biellese Gian Carlo Bazzocchi hanno avuto buon fiuto a scovare una nuova via di misto moderno nel cosiddetto settore dei Gnomi.
La nuova via, lunga 160 metri, è stata aperta tra l'11 e il 13 gennaio, con la collaborazione di un altro giovane biellese, Andrea Fazzari e di una "vecchia volpe" del ghiaccio, il torinese Elio Bonfanti, istruttore della scuola di alpinismo Giusto Gervasutti del Cai di Torino.
«Date le condizioni poco favorevoli di inizio inverno – spiega Enrico Bonino – senza voler peccare di superbia, eravamo poco motivati a ripercorrere le "solite" cascate di ghiaccio già scalate in passato. Il nostro interesse va al misto e alle grandi pareti, ma le stagioni per il misto invernale in alta quota sono brevi e tra il lavoro e il maltempo le occasioni per praticarlo sono davvero poche. Negli ultimi anni stanno nascendo sempre più settori dedicati al dry-tooling, soprattutto a Chamonix, che permettono di migliorare la tecnica di scalata più o meno ben protetti dagli spit. Questo manca invece in valle d'Aosta e con l'amico Gian Carlo Bazzocchi mi sto interessando sempre più all'apertura di itinerari che possano diventare un terreno di allenamento per il misto moderno in alta quota e la nuova via, battezzata "Dio li fa… e poi li accoppia", ha questo obiettivo».
Lungo i cinque tiri sono stati posizionati tre "spit" e un chiodo, ma per l'itinerario occorre una certa esperienza nel piazzare nuts, friends e chiodi, sopratutto nell'ultimo tiro, che essendo di ghiaccio, può variare a seconda delle condizioni. «Proprio sul quinto tiro abbiamo riflettuto molto per definire il grado di difficoltà in modo corretto – spiega ancora Bonino – la continuità del tratto verticale non è eccessiva e lascerebbe spazio ad un 4+, ma la sua tecnicità e fragilità necessitano un'esperienza tale da non essere accessibile a chi scala su quel grado. Pertanto, per evitare brutte sorprese, abbiamo preferito valutarlo WI (iniziali di Water Ice) 5». Si tratta cioè di una scalata verticale, dove ci può essere ghiaccio sottile e dove protezioni, soste e riposi sono difficili.
Il nome della via, come rivelano Bonino e Bazzocchi, deriva dal fatto che i due, presi dall'euforia della scalata, intenti a sistemare alcuni blocchi instabili all'uscita, hanno lì dimenticato le loro piccozze. Come dire: "Dio li fa… e poi li accoppia".