Lunedì 28 febbraio 2011 rivive il Sunà da Mars (letteralmente "suonare a marzo"), una delle più antiche e sentite tradizioni folcloriche di Aprica.
Quando Aprica era soltanto una realtà contadina ed il turismo ancora non rendeva la neve una benedizione del cielo, si usava risvegliare la primavera con il suono dei campanacci e dei corni. La tradizione non si è mai perduta: tutti gli anni, l'ultimo giorno di febbraio, dalle diverse contrade (San Pietro, Dosso, Mavigna, Santa Maria, Liscidini e Liscedo) gli abitanti in costume aprichese percorrono le vie del paese con li bronzi (pregiati campanacci di bronzo), i sampógn (campanacci di altri metalli) e i corni, affinché il loro frastuono risvegli l'erba e la natura riprenda il suo corso.
I cortei, guidati dagli scampanatori più provetti, convergono in Piazza Mario Negri scultore, di fronte al Municipio, indi si dirigono in Piazza del Palabione, dove la manifestazione si conclude con saggi di scampanio, consegne di riconoscimenti, ecc. Qui si possono anche gustare mach – piatto tipico dell'evento (polenta e salsiccia alla piastra) – oltre a un bicchiere di vin brulé.
Dalle ore 20:30 nelle diverse contrade.
Domenica 27 febbraio c'è il prologo, con la cerimonia di passaggio del campanaccio-simbolo dalla contrada Dosso a quella contrada Liscedo, la consegna dei gonfaloni ai rappresentanti delle sei contrade e la benedizione da parte del parroco di San Pietro degli ingredienti per il mach.