Carema, quasi 800 abitanti, sarà il secondo Comune del Canavese dopo Noasca ad andare alle urne per chiedere l’annessione alla Valle d’Aosta con un referendum popolare. La consultazione è prevista i prossimi 18 e 19 marzo e si risolverà, con molta probabilità, con un plebiscito per il Sì.
Si allarga, quindi, il fronte dei Comuni che hanno deciso il distacco dal Piemonte: oltre a Noasca (dove lo scorso ottobre ha vinto il Sì con una netta maggioranza) e Carema, il comitato promotore ha depositato le firme necessarie per la richiesta di referendum anche per Ribordone e Valprato Soana e si è in attesa che si compi l’iter di legge per indire le date delle rispettive consultazioni.
A Ronco Canavese, invece, l’amministrazione comunale ha dapprima deliberato in Consiglio la richiesta di referendum, salvo poi, dopo soli due giorni, riconvocare un nuovo Consiglio e decidere in senso opposto.
Indipendentemente da questo ultimo caso per il quale non sono mancate le polemiche, è indubbio che quanto sta avvenendo nelle vallate alpine del Canavese stia preoccupando non poco i governi regionali, sia del Piemonte che della Valle d’Aosta.
Entrambe le Regioni, attraverso le loro voci più rappresentative, si sono pronunciate per un secco no adducendo una serie di motivazioni che sottolineano la mancanza di stretti legami fra i due territori, in primis la lingua (in Valle d’Aosta è praticato il bilinguismo).
Di parere opposto sono i promotori dell’iniziativa, ma anche cittadini, quanto meno quelli che vivono nelle vallate del versante piemontese, che hanno risposto massicciamente al forum lanciato dal quotidiano locale “La sentinella del Canavese”, e dove i Sì hanno prevalso con un netto 90%.
Sarebbe interessante a questo punto capire anche cosa ne pensi la popolazione valdostana e se sia d’accordo o meno ad accogliere i loro meno fortunati vicini.