Il mondo dell'Alpinismo piange la scomparsa di Walter Bonatti. E' morto a Roma martedì 13 settembre 2011, all'età di 81 anni. Tra i più grandi interpreti a livello mondiale di questa affascinante disciplina, fatta di gesto sportivo, avventura, passione e profonde relazioni umane, fu scrittore appassionato, capace giornalista e uomo d'avventura. Era nato a Bergamo il 22 giugno 1930.
Aveva festeggiato i suoi 80 anni in compagnia di Reinhold Messner, dichiarando alla stampa: ''Non mi sento di avere 80 anni: se penso all'intensità con la quale ho vissuto, credo di averne 200, per il resto mi sento come un quarantenne". In quell'occasione ricevette un regalo speciale, la cittadinanza onoraria da Courmayeur e Chamonix, diventando il primo cittadino onorario del Monte Bianco.
Walter Bonatti lascia un’impronta indelebile nella storia dell’alpinismo. A soli 21 anni aveva già al suo attivo la prima salita della parete est del Grand Capucin con l’alpinista torinese Luciano Ghigo. Nel massiccio del Monte Bianco, Bonatti realizzò nel 1955 in solitaria la prima ascensione del pilastro sud ovest dell’Aiguille du Dru.
Nel 1954 prese parte alla spedizione di Ardito Desio al K2, sul quale bivaccò praticamente senza attrezzatura a 8400 metri con il portatore hunza Madhi, che riportò gravissimi congelamenti. A seguito di quell’episodio, si aprì un contenzioso con il capo spedizione e gli alpinisti che raggiunsero la vetta circa il luogo d’installazione del IX campo. Il caso ebbe una definitiva conclusione solo dopo cinquant’anni. Nel 2004 una commissione di saggi nominata dal Cai riconobbe il fondamentale contributo di Bonatti alla conquista del K2.
Bonatti fu ancora in Himalaya nel 1958 per salire con Carlo Mauri il Gasherbrum IV, montagna ancora vergine di quasi 8000 metri, lungo una via molto difficile.
Stabilitosi a Courmayeur, concentrò la sua attività nel massiccio del Monte Bianco:
- nel 1961 prese parte al tentativo di salita dell’inviolato Pilone Centrale del Monte Bianco, conclusosi con la morte di quattro alpinisti;
- nel 1963 realizzò, con Cosimo Zappelli, una prima invernale che fece epoca: lo sperone Cassin sulla parete nord delle Grandes Jorasses;
- la brillante carriera alpinistica di Bonatti si concluse nel 1965 con la realizzazione di una nuova via diretta invernale sulla parete nord del Cervino.
Successivamente si dedicò per molti anni all’attività giornalistica in regioni ancora poco esplorate, redigendo famosi reportage per “Epoca”.
Bonatti ha scritto numerosi libri, tra i quali i più celebri sono: Le mie montagne (1960), opera che ha influenzato generazioni di alpinisti di tutto il mondo; I giorni grandi; Ho vissuto tra gli animali selvaggi (1980); K2 Storia di un caso – la verità (2003).
Foto: archivio Lanzeni Courmayeur