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È stato fra i molti temi messi all’ordine del giorno in un appuntamento organizzato dalla Comunità Montana Valli Orco e Soana lo scorso 25 settembre a Noasca, Comune torinese nel versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Ad assistere agli interventi, con la presenza di personalità locali quali il neo Assessore alla Montagna della Provincia di Torino, Marco Balagna, ed il Presidente dell’UNCEM Piemonte, Lido Riba, molti amministratori del territorio.

La recente Legge Regionale (dell’1 luglio 2008, numero 19) sulle Comunità Montane ha ribadito un concetto fondamentale per la corretta interpretazione sulle finalità di questi Enti, ovvero che diventino dei motori dello sviluppo locale, non a caso attribuendogli il ruolo di “Agenzie per lo Sviluppo del Territorio Montano”.

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Ciò in passato non sempre è stato ben compreso, tanto che le Comunità Montane alle volte avevano assunto per lo più il ruolo di distributori di risorse, soprattutto pubbliche, statali o regionali. Tale ruolo, seppur importante, quando non è stato accompagnato da una visione più proattiva dell’Ente in alcuni casi ha comportato delle difficoltà nello sviluppo del tessuto economico e sociale dell’area.
Da qui a chiedersi come possano le Comunità Montane realmente divenire un volano per lo sviluppo del territorio il passo è breve e la risposta – intuitiva – è stata di puntare sulle peculiarità che caratterizzano le singole realtà.

Un punto di forza, a questo proposito, potrebbe essere ricercato in quelle risorse di cui la montagna è ricca per inserirsi in un mercato di sempre maggiore interesse, quello dell’energia, in particolare da fonte rinnovabile. Nella Comunità Montana Valli Orco e Soana, ad esempio, sono stati individuati i comparti del mini-idroelettrico (le grandi centrali sono ormai una realtà consolidata in questo territorio) con meno di 1 MV di potenza installata e le biomasse, e su questi si stanno compiendo le prime ipotesi progettuali

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