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Cerveno, in Val Camonica, è sede di un santuario che rappresenta uno degli esempi della migliore tradizione lombardo-piemontese dei Sacri Monti: per arrivare alla sommità, sede della cappella della Deposizione, si sale  lungo un percorso a gradoni, sui cui lati si trovano  14 stazioni della Via Crucis contenenti 198 statue a grandezza naturale in legno e gesso dello scultore camuno Beniamino Simoni.

Artista forte e volitivo, Simoni lavora per 14 anni all’opera (dal 1752 al 1764). Poi deve lasciare, accusato sia dal committente (il parroco di Cerveno) sia dalla popolazione, di essere artista più attento agli umili e ai derelitti che popolano la scena della passione che al significato religioso dell’opera.

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Elisabetta Sgarbi, a conclusione di una trilogia di film dedicati all’arte sacra, ci svela la modernità e la forza rivoluzionaria di Beniamino Simoni, conducendoci con rigorosa passione nel percorso della Via Crucis. Il film, girato in alta definizione, è  accompagnato dalla voce di Toni Servillo che legge testi di Erri De Luca, Giovanni Testori, Remo Bodei, Tahar Ben Jelloun, Vittorio Sgarbi ed Emanuele Severino. Una ricerca interessante di integrazione tra linguaggi diversi e complementari, di ottima fattura tecnica e di sicuro interesse filologico.

Dopo quella girata al Sacro Monte di Varallo Sesia, e presentata anch’essa a Locarno nella scorsa edizione, quest’opera di Elisabetta Sgarbi è un’altra rappresentazione emozionante dei gioielli dell’arte sacra che popolano le nostre Alpi, testimonianze di un rapporto tra montagna e spiritualità che ha lasciato tracce grandiose nei secoli.

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