In che modo si può vivere concretamente la propria identità, comunicando in lingua – propria – nella vita di tutti i giorni? In un mondo ormai sempre più globalizzato, dove si utilizzano parole italiane, tedesche inglesi, dove si utilizzano parole delle lingue maggioritarie, come si raggiunge, nelle comunità di minoranza linguistica, la consapevolezza della propria identità? La lingua di minoranza può utilizzare, “deve” ricorrere anche ai termini economici, alle molte possibilità che l’economia offre ogni giorno per riaffermare la propria superiorità, per comunicare agli estranei ai “foresti”, la propria diversità che si fa ricchezza identitaria e culturale?
L'argomento di questa edizione dell’Aisciuda ha così esplorato l'uso del bilinguismo nelle attività artigianali e commerciali della val di Fassa, all’interno del più ampio progetto di politica linguistica “Ladin e economia”, elaborato dal Comun General de Fascia al fine di coinvolgere nella riflessione identitaria tutto il mondo fassano sia nel campo culturale che in quello economico.
Come ha sottolineato Antone Pollam – presidente de l’Istitut Cultural Ladin alla cerimonia di inaugurazione dell’Aisciuda, la duplice sfida per salvare la lingua e l’artigianato fassano può essere vinta unicamente promuovendo la partecipazione e la collaborazione di tutte le componenti della società della val di Fassa, la Scola, il Comun General, l’Istitut Cultural, ma anche imprenditori, albergatori e artigiani, in un comune progetto linguistico, non dimenticando, come ricordato da Silvano Ploner, che sono i ragazzi, abituati, aiutati a vivere naturalmente ladino, che devono diventare testimoni del radicamento della coscienza ladina, attraverso tutto il lavoro loro dedicato da parte degli insegnanti, dei genitori, dei nonni, per l’oggi ma soprattutto per salvaguardare il loro futuro.
Economia ed identità linguistica sono stati anche i temi delle relazioni di Chasper Pult della Lia Rumantscha e William Cisilino responsabile delle politiche linguistiche della Regione Friuli – Venezia Giulia, nella giornata inaugurale dell’Aisciuda ladina svoltasi lo scorso 5 maggio presso il Gran Tobìa Teater di Canazei/Cianacei. Chasper Pult, affermando con forza che con la cultura, con la credibilità linguistica non si scherza, ha rilevato come essenziali per la sopravvivenza delle lingue minoritarie siano le loro condizioni di normalità e funzionalità. L’utilizzo della lingua in ambito familiare non basta; esso deve essere presente in tutto il ciclo della vita sociale dell’individuo, dalla scuola all’ambiente lavorativo e associativo. Pult ha riportato, sottolineando la forza culturale e il valore d’autenticità di queste scelte, alcuni casi di uso utilizzo del romancio nelle etichette di prodotti nel territorio del CantoneGrigioni (l’etichetta di una birra, la confezione di un prodotto caseario, la confezione di un caffè), per mostrare come una simile scelta commerciale possa assolvere a due compiti fondamentali: da un lato incuriosire le maggioranze circa l’esistenza della lingua minoritaria e al contempo portare avanti un’operazione di marketing basata sulla credibilità e sull’originalità del prodotto, presentandolo come unico e profondamente radicato nel territorio di produzione. Dall’altro lato far maturare nei parlanti della minoranza l’orgoglio per la propria identità, la solidarietà, la percezione di essere rispettati nell’uso della propria lingua non solo dove esso è culturale, ma anche dove è funzionale. Giungere ad un’affermazione di plurilinguismo dove però, è bene sottolinearlo, la prima lingua da coltivare, parlare esibire con orgoglio deve essere la lingua di minoranza. Presentando una serie di immagini che proponevano segnaletiche stradali, avvisi commerciali, pannelli indicatori, Chasper Pult ha infine ricordato come, per integrarsi pienamente nel circuito economico, non solo locale, la lingua di minoranza deve ottenere la stessa dignità anche grafica della lingua maggioritaria dopo il raggiungimento di una standardizzazione condivisa.
Anche William Cisilino ha concentrato l’attenzione sulla denominazione delle aziende e dei prodotti in lingua friulana, presentando alcuni esempi emblematici, carte di credito, prodotti vitivinicoli, che dimostrano come lingua e identità siano divenute un fondamentale fattore di sviluppo economico per le piccole e medie industrie friulane, nei più svariati settori economici, dalle banche al turismo. Considerevole esempio della forza che in questo settore può avere la lingua minoritaria, le campagne pubblicitarie promosse da grandi multinazionali, ricorrendo all’uso della lingua friulana su tutto il territorio regionale, ma in alcuni casi anche al di fuori di esso. Anche la Regione Friuli – Venezia Giulia ha incentivato il ricorso al friulano nell’ambito economico, avviando dei progetti di politica linguistica riassunti efficacemente negli slogan “Il friulano ti fa più ricco”, umanamente ed economicamente, e “Ospiti di gente unica” per quanto riguarda le proposte turistiche.
E nel quadro dell’analisi dell’affermazione identitario/linguistica, sottolineava Cisilino, è da notare come dove il friulano si è più radicato, la qualità della vita, lo sviluppo culturale ed economico sia più avanzato, quasi la lingua “presunta” di minoranza sia divenuta motore per lo sviluppo, economico e sociale della popolazione. E ad indicare come la percezione, l'utilizzo e la consapevolezza dell'essere friulani sia ben percepito, basti pensare che oltre 80% della gente interpellata risponda esprimendo la propria soddisfazione .
Alla cerimonia di inaugurazione dell’Aisciuda Ladina, la Setemèna del Lengaz, prevista dal 3 al 7 maggio, giunta quest’anno alla sua terza edizione, realizzata dal Comun General de Fascia in collaborazione con la Scola ladina, l’Istitut Cultural Ladin “majon de fascegn”, l’Union di ladins de Fascia, l’Union generela di ladins de la Dolomites, la Coprativa Val de Fascia e la Sociazion di Joegn Hotelieres de Fascia, erano presenti i rappresentanti di tutta comunità ladina. Mariano Cloch sindaco del comune di Canazei//Cianacei e vice Procuradore del Comun General de Fascia, Antone Pollam presidente dell’Istituto Culturale ladino, Mirella Florian Sorastanta de la Scola Ladina de Fascia e Silvano Ploner presidente de l’Union ladin de Fascia. Presenti inoltre Cesare Bernard presidente del Consei general Renzo Valentini nella doppia veste di sindaco di Campitello di Fassa e assessore alla cultura del Comun General de Fascia, Roberto Pellegrini sindaco di Sorga e Luigi Chiocchetti consigliere della Regione Trentino Alto Adige con Andrea Weiss direttore dell’Apt di Canazei. Coordinatrice della serata Sabrina Rasom responsabola delle politiche linguistiche del Comun General de Fascia.