Il tema della scuola nei villaggi di montagna ritorna ancora una volta al Festival del Film di Locarno, nella sezione della 'Settimana della critica', in un bel documentario di una regista cinese, Xu Hongjie. Siamo nella provincia di Huanyuan, nel sud ovest di una Cina in turbolento movimento.
Il villaggio di Gulu é fatto di sei agglomerati di case distribuiti in una vallata impervia e irraggiungibile, a picco su di un fiume che scorre nel fondovalle, in uno scenario mozzafiato, verdissimo e fertile. Ora c'è una mulattiera che porta al villaggio, ma fino al 2004 ci si arrivava solo per una scala di ferro verticale pericolosissima, e prima ancora aggrappandosi alle liane lasciate penzolare lungo la parete a picco sul fiume.
Ma ci sono tanti bambini a Gulu. Quindi c'è una scuola e c'è un maestro, che non è proprio un maestro ufficiale, non ne ha i titoli. Si chiama Shen Qijun e tira avanti la scuola da più di vent'anni, sperando che un giorno le autorità gli riconoscano il lavoro fatto e lo promuovano maestro vero, passando il suo stipendio da 700 yuan mensili (100 €) a 2000 (300 €). Gli era stato promesso da un dirigente che aveva visitato Gulu, ma che poi era caduto in disgrazia.
Ma improvvisamente piombano a Gulu due giovani laureati che prestano la loro opera volontariamente nelle scuole di campagna. Il leader è Bao Tangtao, un figlio della Cina moderna. Viene dalla classe media urbana, è tecnologico, cita Oscar Wilde, vive il suo intervento come una missione, esalta la vita del piccolo villaggio, introduce i bambini alla poesia e ai programmi spazzatura della televisione. Nasce un aspro scontro tra Bao e Shen. L'oggetto del contendere è la gestione dei finanziamenti per la ristrutturazione della scuola. In realtà lo scontro è tra due generazioni di cinesi, entrambe inadeguate, per motivi diversi, a gestire con equilibrio le conseguenze dei grandi cambiamenti che sta vivendo il paese.
Xu (ingegnere che ha studiato regia in Germania) è molto brava a fare emergere le ragioni profonde del conflitto. Si alternano entusiasmi e generosità, utopia e piccoli interessi consolidati, tradizione e innovazione, con sullo sfondo l'ombra di una struttura amministrativa e di potere molto forte e riconosciuta senza riserve. Inutile dire chi uscirà perdente dallo scontro.
Il racconto è accompagnato da bellissime immagini del paesaggio montano. Memorabili le sequenze in cui protagonisti sono i bambini di Gulu, dallo sgangherato e seriosissimo alzabandiera alle lezioni in classe con la ripetizione urlata in coro delle parole del maestro.
Abbiamo davvero tante cose da imparare su questo vastissimo continente, la cui presenza nella nostra vita quotidiana diventa sempre più importante.
Locarno dà il meglio di sé in queste sezioni laterali. 'Ai margini del cielo' meritava più visibilità.