Tornano anche quest’anno ad Aprica le due manifestazioni più cariche di significati evocativi della stagione invernale. Parliamo della Fèsta par i Scióri e di Sunà da Mars, la prima in programma giovedì 26 febbraio e la seconda nei giorni immediatamente seguenti, venerdì 27 e sabato 28. Se per la Fèsta par i Scióri (festa per i “signori”, ossia per gli ospiti) siamo solo alla quarta edizione, l’origine di Sunà da Mars (suonare a marzo) si perde invece nella notte dei tempi, originato non si sa quanti decenni o secoli fa.
La 4ª Fèsta par i Scióri ha un eloquente slogan: San Pietro, una contrada nella storia, un viaggio nella memoria. Le case e i fienili, le cantine e le stalle dei contradaioli storici si aprono per una sera all’Ospite, invitandolo a entrare e ad assaporare, oltre alla genuina ospitalità delle famiglie, le fragranze e i sapori di una volta.
Le parole di Don Augusto Azzalini, parroco della località, stampate sul pieghevole propagandistico, illustrano meglio di ogni descrizione il senso della manifestazione: "Delle sei contrade che costituiscono il Comune di Aprica, quella di S. Pietro è la più antica, perché sorta attorno alla primitiva chiesa di San Pietro e Paolo e ad uno xenodochio, vale a dire un ospizio per viandanti e pellegrini, all’incirca verso la fine del primo millennio. Ne fa fede il nome della via “Ospitale”, che oggi attraversa un piccolo borgo di antiche case, un tempo abitate da contadini e allevatori e adesso in parte ristrutturate con l’avvento del turismo, che ha permesso anche la costruzione di qualche albergo ed esercizio commerciale.
Con la “FESTA par i SCIORI” si vuol far rivivere la memoria del passato di questa accogliente contrada, attraverso una rassegna di mestieri ed attività delle passate laboriose popolazioni, i cui sacrifici hanno fruttato alle nuove generazioni un migliore tenore di vita.
La manifestazione è organizzata dalla Contrada di San Pietro in collaborazione con l’Associazione Turistica Pro Loco Aprica e l’Assessorato al Turismo del Comune di Aprica.
Sunà da Mars è invece l’assordante tradizione di scuotere energicamente i campanacci per farli suonare con gran fragore e chiamare al risveglio la madre terra, per indurla a riprendere il ciclo vitale. Dopo un letargo durato, infatti, già almeno 4-5 mesi, si stanno pericolosamente svuotando dei loro preziosi contenuti i fienili e i granai, riserve basilari per la sopravvivenza di animali e persone.
Oltre alle sei contrade di Aprica con relativi stendardi (Dosso, Liscedo, Liscidini, Mavigna, Santa Maria e San Pietro), saranno presenti alla sfilata numerosi gruppi folcloristici provenienti dalle valli alpine attigue. Dalla Bergamasca ci saranno il gruppo “Avion Taglio” di Sovere in Val Cavallina e i gruppi di Vilminore in Val di Scalve e di Gorle in Val Seriana; dalla Valtellina i gruppi di Tàrtano-Fórcola, S. Pietro Berbenno, Piateda, San Giacomo e Motta, “Gént de Paés” di Teglio, “I Giaröi” della Val Gerola e “La Tradizion” di Grosio (new entry che eseguirà anche un balletto sul palco appositamente montato); dalla Bresciana i partecipanti di Doverio e Córteno Golgi). Infine un sodalizio da oltre confine, il Gruppo Folcloristico della Val Poschiavo nei Grigioni svizzeri, accompagnato per la prima volta dai piccoli “Vìscui Furmighìn”.
Da ognuna delle sei contrade di Aprica, radunati in punti di partenza prestabiliti, si snoderanno ad un dato momento i cortei in costume, che convergeranno tutti davanti al Municipio in Piazza Mario Negri Scultore per una rumorosissima sosta. Da qui si sposteranno poi definitivamente verso il luogo di raduno finale in Piazza del Palabione.
Irrinunciabile prologo la sera di venerdì alle ore 19:00 presso il piazzale del Santuario di Maria Ausiliatrice in San Pietro, dove sono in programma la benedizione degli ingredienti per il mach, il saluto delle autorità, la consegna dei gonfaloni delle contrade ai bambini, il passaggio del grande campanaccio simbolo dalle mani del gruppo di contrada Mavigna a quello di contrada San Pietro, che lo conserverà per un anno).