Inaugurato lo scorso il 22 agosto, ad Aosta, il primo “Festival Internazionale di Fotografia di Montagna”.
La rassegna, ideata e curata da Alessandro Ottenga della Società Ago Consulting, consta di dieci mostre fotografiche di autori di fama internazionale, allestite in spazi espositivi che sono siti archeologici e complessi monumentali della città di Aosta. L’intento è di coniugare il patrimonio storico artistico della città di Aosta con il tema delle mostre, le montagne di tutto il mondo con i vissuti e le culture delle diverse popolazioni che le abitano, a sottolineare la doppia valenza di Aosta, città alpina e città d’arte.
“Lo spirito del Mountain Photo Festival può essere riassunto nello slogan ‘Open your mountains’ – spiega Aurelio Marguerettaz, assessore regionale al Turismo – una sorta di invito al confronto, al dialogo e allo scambio culturale, con l’obiettivo di avviare un percorso di riflessione artistica sulle tematiche di attualità che coinvolgono i territori di montagna di tutto il mondo. Eventi e iniziative che siano espressione del territorio che le ospita sono uno strumento strategico fondamentale per creare quel legame tra turista e territorio che consente al suo patrimonio storico, culturale, artistico e ambientale di entrare in relazione con il visitatore e di proporsi nella giusta chiave di lettura e di fruizione.”
L’itinerario si sviluppa dalla Villa Romana della Consolata al centro storico di Aosta, fino all’area funeraria fuori Porta Decumana e le mostre sono anche occasione di dibattiti e confronti sul tema “La montagna e la sua cultura” nel corso di incontri con gli autori e di eventi turistici ed etno-gastronomici organizzati, a corollario della manifestazione, dal Comune di Aosta e dal Consorzio degli operatori di Aosta, nel periodo del festival, fino al 21 settembre 2008.
Il percorso è quanto mai interessante, a cominciare dalle fotografie in bianco e nero delle montagne himalayane del giapponese Takeshi Mizukoshi, già esposte nel 2004 al Museo della Montagna di Torino, per proseguire con le montagne celesti “Huang Shan” del grande Marc Riboud, famoso per i suoi reportage in Vietnam e durante il maggio francese, e le vedute del Fuji dell’inglese Chris Steele Perkins, affascinato dalle incisioni di Hokusai. A raccontare delle popolazioni di montagna sono stati invitati Seamus Murphy con un reportage sull’Afghanistan, lo statunitense Kevin Bubriski con i ritratti nepalesi, l’indiano Prabuddha Dasgupta, autore di immagini del Ladakh, il belga John Vink con la mostra intitolata Kassia e l’ungherese Sandor Dobos con i suoi “Mountain tales”.
L’ultima esposizione, in piazza Severino Caveri, è una rassegna di fotografie di siti archeologici, monumenti e castelli valdostani, curata dall’assessorato regionale alla Cultura.
«La scelta dei fotografi, fatta dal direttore artistico del festival Lorenzo Merlo, è stata dettata da un approccio non tanto paesaggistico quanto umano. – spiega Alessandro Ottenga – Si tratta infatti soprattutto di fotografi specializzati in documentazione sociale o meglio non specializzati in fotografia di montagna».
Dopo le manifestazioni di apertura, nel week end del 13 Settembre, la mostra di Chris Steele Perkins farà da spunto ad un evento dedicato al Giappone in Viale Conte Crotti e il week end del 20 Settembre il Mountain Photo Festival si concluderà alla Pépinière d’Entreprise con una giornata dedicata all’innovazione a tutto campo.
Prosegue al castello di Verrès fino al 31 ottobre la mostra fotografica “Con gli occhi della mia infanzia” di Monique Jacot, inaugurata il 20 giugno in anteprima al Mountain photo festival.
Il festival internazionale di fotografia di montagna è prodotto in collaborazione con l’Agenzia fotografica Contrasto di Milano, appartenente al prestigioso gruppo Magnum Photos, di cui fanno parte tutti i fotografi invitati.