L’Osservatorio eco-faunistico alpino, unico nel suo genere sulle Alpi: una specie d’enclave super protetta di 24 ettari immersa nel Parco regionale Orobie Valtellinesi, sul versante fresco della media Valtellina. Il momento buono per una visita… Nel periodo compreso tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, è qui possibile ammirare, in gelosa compagnia dei piccoli appena venuti al mondo, diversi animali tipici di questo prezioso ed intatto habitat naturale.
I bambini, in particolar modo, rimangono letteralmente a bocca aperta quando, tra una bacheca e l’altra dell’iter didattico, quando lungo il sentiero che si snoda tra conifere e rododendri scorgono in mezzo al bosco gli ungulati con i loro piccoli.
Famiglie di camosci, stambecchi e caprioli in quest’ambiente pascolano e riposano.
Il sentiero, infatti, segue un ben preciso itinerario didattico, dal quale è proibito allontanarsi. I gruppi di visitatori, non più di 40-50 per volta, lasciata la funivia, entrano nell’oasi alla quota più elevata e possono ammirare in successione, scendendo il pendio, un laghetto con le trote fario e i salmerini; i tronchi del picchio nero, una pozza con i girini nei vari stadi di sviluppo; la radura delle cince, con le casette dove possono fare il nido e il giardino botanico alpino. La meta successiva è l’originale area del gallo cedrone, in cui si può penetrare in profondità attraverso una passerella completamente protetta. Qui le evoluzioni del tetraonide, dal magnifico portamento e dal fortissimo istinto territoriale, sono quanto di più emozionante ci si possa attendere. Specialmente quando la femmina cova le uova – che tra poco si schiuderanno.
Il lariceto della parte finale, dove non è infrequente scorgere in mezzo all’erba i timidi e ombrosi caprioli, è l’ultima piacevole sorpresa: curato come un bosco svizzero e con i rami secchi ammucchiati ordinatamente e i rigogliosi cespugli di rododendro ferrugineo.
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APT Aprica
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