È stato inaugurato pochi giorni fa a Édolo, presente Claudia Sorlini, preside della facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano, da cui la sede camuna dipende, il nuovo anno accademico 2004-2005. Il futuro dell’università edolese, che propone da diversi anni il Corso di laurea in Valorizzazione del territorio e dell’ambiente montano, è assicurato almeno fino al 2014. Per altri dieci anni, infatti, la struttura universitaria potrà contare sulle risorse (oltre 350 mila euro) che dal ’96 Provincia e Camera di Commercio di Brescia, Comunità Montana di Valle Camonica, Consorzio BIM e Comune di Édolo erogano ogni anno per supportare l’attività di quella che è stata definita «l’Università della Montagna».
L’impegno a sostenere l’esperienza per un altro decennio, sottoscritto la scorsa primavera, è stato ribadito dai rappresentati degli enti istituzionali (l’assessore al Turismo della Provincia Riccardo Minini, quello alla Cultura della Comunità Montana Vittoria Cazzaghi, la vicepresedente del BIM Viviana Apolone, Gianmaria Rizzi della Camera di Commercio e il sindaco di Édolo, Berardo Branella), in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico.
Nel ’96, gli iscritti al primo anno del diploma universitario (la cosiddetta laurea breve è stata istituita solo nel 2001, dopo la riforma dei cicli universitari approvata dal Parlamento) erano 30. Oggi i dati ufficiali del nono anno accademico non lasciano dubbi. «Gli studenti sono complessivamente 159 (49 quelli iscritti al primo anno), un traguardo a cui ambivamo, ma che certamente non pensavamo di raggiungere in così breve tempo», ha detto con orgoglio Giuseppe Carlo Lozzia, braccio destro della preside e coordinatore del corso di laurea. Lozzia ha poi aggiunto che i prossimi obiettivi sono quelli di far diventare la sede edolese il punto di riferimento di tutte le piccole università che operano sulle montagne europee («al riguardo abbiamo già avviato rapporti di collaborazione con atenei austriaci e svizzeri»), e di trasformare in quinquennale il corso triennale, «dando la possibilità agli studenti di frequentare un anno a Milano per approfondire i temi legati alla pianura, mentre nell’ultimo anno di corso sarebbe obbligatoria per tutti la frequenza a Édolo».
Si è infine ricordato che quasi il 60% degli studenti che in questi ultimi anni hanno ottenuto l’agognato pezzo di carta discutendo la tesi a Édolo «ha trovato lavoro in enti e aziende private che operano nello specifico settore della salvaguardia della montagna, in particolare nei Consorzi forestali, mentre altri si sono inventati imprenditori, fondando piccole aziende che allevano capi di bestiame e producono prodotti tipici. Altri ancora hanno deciso di proseguire gli studi guadagnandosi il dottorato in Agraria».