La via Anderson sul Mont Maudit discesa con gli sci e lo snowboard da quattro giovani di Courmayeur: la guida alpina Francesco Civra Dano e l’aspirante guida Gianluca Marra, entrambi della Società Guide di Courmayeur, con Luca Rolli, iscritto al corso guide, con gli sci e Davide Capozzi con lo snowboard, il 21 aprile scorso hanno portato a termine il nuovo exploit.
La via Anderson si trova nella Combe Maudit. E’ una via “antica”, scalata la prima volta nel 1888 da John Stafford Anderson con una guida Imseng. Si trova tra le più moderne vie “Roger Baxter Jones” e “Filo d’Arianna”. L’idea di scenderla con gli sci è venuta a Francesco Civra Dano, che l’aveva adocchiata da Punta Helbronner ai primi di aprile. L’innevamento di questo inverno ha reso la via sciabile e la scorsa settimana con gli amici Gianluca Marra, Luca Rolli e Davide Capozzi, si è lanciato nell’impresa.
«La discesa inizia poco sotto la cresta nord est del Maudit – hanno spiegato i quattro sciatori – e scende lungo un canale incassato per poi arrivare a dei pendii di neve, attraversa verso destra e arriva alla fascia rocciosa più bassa. Qui con una discesa in corda doppia di 20 m si raggiunge l'ultimo pendio sopra la crepaccia terminale. La discesa è in pieno est, quindi esposta al sole dal mattino presto. Noi siamo scesi quando in alto la neve stava già rigelando, rendendo le cose più difficili nella prima parte». La discesa copre un dislivello di 450 m con pendenze di 50°/55°.
Francesco Civra Dano, biellese trapiantato a Courmayeur della cui Società guide fa parte, è un appassionato di sci ripido, in particolare sulle grandi pareti del Monte Bianco: «Questa disciplina è il connubio tra l’alpinismo e lo sci. La pratico con i miei amici: Davide Capozzi, Stefano Bigio, Luca Rolli, Jimmy Sesana e tanti altri. Di queste belle avventure ricordo in particolare la discesa dello Sperone della Brenva, la parete Ovest del Monte Bianco per la via De Benedetti, il Couloir nord delle Dames Anglaises. Effettuare una prima discesa nel Monte Bianco resta una grande soddisfazione, perché la maggior parte delle linee sciabili sono già state percorse e talvolta risulta molto impegnativo portarne a termine la ripetizione, tanto che alcune tracciate dal grande Stefano De Benedetti non sono mai state ripetute».