Ho avuto la fortuna d'incontrare i camminatori e di camminare con loro per una decina di giorni. Mi è venuta voglia d'incontrarli perche mi piaceva il loro progetto: chiedere l'inscrizione della lingua occitana al Patrimonio Immateriale dell'Unesco.
Lungo il cammino ho potuto constatare la loro determinazione ed il loro entusiasmo nel comunicare. Ad ogni tappa ho visto accoglienze calorose e la quantità di sindaci e di consiglieri capaci di formulare discorsi in occitano, alcuni con estrema naturalezza. Ho udito Dario chiedere in modo appassionato a tutti di utilizzare ad ogni momento la loro lingua per scongiurarne la scomparsa! Ho assistito ogni giorno alla "predica" di Ines che in modo semplice spiegava il procedimento per l'iscrizione della lingua occitana al P.I.U., che essa non è una rivendicazione, ma un diritto e c'e bisogno di un largo sostegno attraverso deliberazioni da parte di Comuni, istituzioni ed associazioni…
Ho visto il numero di persone che ci hanno seguiti, in alcuni tratti molte: alcuni hanno preso congedo, altri sono venuti la domenica, altri ancora, in pensione, ci hanno seguiti per piú giorni… ma tutti felici di prendere parte a quella marcia. E tutti quei chilometri di cammino dove tutte i dialetti della nostra lingua si sono incontrati e compresi!
Quando si ha voglia di palarsi, non si bada alle piccole differenze che esistono fra l'occitano di qui o di là, ma ci si accorge dell'immensità delle somiglianze e si rimane sorpresi per il poco sforzo necessario a comprendersi. Il nostro amico catalano parlava con noi nella sua lingua senza nessun problema!
«S'intendono bene», si sentiva ad ogni ricevimento, a Minerve, Caunes, Carcassonne, Monze, Larasse, Termes, Duilhac, Montsegur ed ogni volta la gente rimaneva sconcertata!
Una sola ombra: siete talmente simpatici che è difficile lasciarvi partire dopo avervi conosciuti. Saremo numerosi a Vielha!
Ora ci lasciate il dovere di sostenere la vostra opera e di proseguire il vosro lavoro.