Select Page

AOSTA – Sono tre gli indagati per la valanga che il 14 gennaio scorso si staccò dalla vetta del monte Fallère causando la morte di quattro persone e il ferimento di altre sei. Nel registro degli indagati sono finite le tre guide alpine che conducevano la cordata, formata da 16 persone: Alberto Cheraz e Luigi Vignone, entrambi di Ollomont, e l’aspirante guida Sergio Petey, di Valpelline.

Mario Garavoglia, avvocato difensore delle guide, ha fatto presente che i tre sono indagati dal giorno successivo alla sciagura, anche se nei loro confronti non è stata formulata alcuna accusa specifica.

Le indagini sono state condotte dalla guardia di finanza di Entrèves e coordinate dal sostituto procuratore Stefania Cugge, che ha anche nominato un perito per ricostruire cosa sia accaduto quel giorno e se si possano ipotizzare delle responsabilità.

La consulenza dovrà valutare le condizioni della neve, le temperature e la presenza di vento in quota per poter stabilire con certezza se all’origine della sciagura ci sia stata imprudenza, imperizia, negligenza oppure se si sia trattato di un incidente. Stando ai fatti riportati dalla cronaca, quel 14 gennaio, Cheraz, Vignone e Petey erano già in vetta con tre clienti quando la valanga si è staccata pochi metri sotto la cresta. Erano quasi le 13,30. E la massa di neve e ghiaccio che si staccò dalla vetta travolse 10 persone, scaraventandole contro le rocce e poi trascinandole a valle per alcune centinaia di metri. Nel fascicolo istruito dalla procura sono stati inseriti verbali di interrogatori, fotografie, bollettini nivo-meteorologici, riprese della zona effettuate dall’elicottero. L’attenzione degli inquirenti è rivolta soprattutto sulla scelta dell’itinerario (sotto la vetta del Mont Fallère c’erano alcune placche a vento) e sulla conduzione della «cordata», che era probabilmente divisa in gruppi troppo numerosi.







Share This