E’ una questione che si trascina da molti anni, quella dei confini del Parco Nazionale del Gran Paradiso e che ritorna di tanto in tanto con petizioni e manifestazioni organizzate dalla popolazione della Valle Soana.
E’ da quando fu redatto il decreto di ampliamento – una trentina di anni fa – che includeva nel territorio protetto anche alcuni centri abitati, soprattutto nel Vallone di Forzo, valle laterale della Valle Soana, che i residenti esprimono il loro dissenso nei confronti di alcuni vincoli, burocratici ed operativi, ai quali sono soggetti.
La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata una nuova diatriba scaturita fra i Comuni della Valle Soana e l’Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso a seguito della richiesta di installare due micro-centrali idroelettriche, per l’utilizzo della forza dell’acqua dei torrenti a fini di produzione di energia elettrica.
Le due opere, previste una nel territorio del Comune di Ronco Canavese, nel torrente Forzo, e la seconda a Campiglia Soana, nel Comune di Valprato Soana, non hanno ottenuto il “via libera” dell’Ente Parco.
A questo punto è scesa in campo anche l’amministrazione locale di Ronco che lo scorso mese di marzo ha deliberato al fine di richiedere l’arretramento dei confini del Parco: l’intenzione, quindi, sarebbe quella di riportare i limiti del Parco Nazionale del Gran Paradiso a quelli individuati nel 1922, ossia quelli al momento del Regio Decreto che ha istituito il primo parco italiano.
Il perimetro del 1922, per l’appunto, escludeva dall’area protetta molti dei centri abitati oggetto del contendere, in particolare nel vallone di Forzo.