La “Giornata internazionale della montagna 2007” si è celebrata a Torino intitolando una via al Club Alpino Italiano, un riconoscimento al sodalizio che a Torino è nato nel 1863 (e a quanto pare non al Castello del Valentino, come è da tutti riferito, ma nell’aula del Senato di Palazzo Carignano).
Nel corso della presentazione, Giuseppe Castronovo, presidente del Consiglio Comunale e responsabile della toponomastica cittadina, ha ricordato come i nomi delle vie servano a trasmettere il ricordo della storia della città: "È insolito intitolare una via ad associazioni, ma anche la nascita del Cai è un pezzo di storia di Torino". D’altronde, come aveva ricordato nel suo saluto Annibale Salsa, presidente generale del sodalizio, "senza il Cai Torino non ci sarebbe neppure quello nazionale".
Secondo Salsa, inoltre, con l’intitolazione al Cai Torino di questo tratto di strada, ancor di più le montagne sono viste non come periferia, ma come luogo, in un’epoca di non-luoghi, carico di significati. L’ex prefetto Goffredo Sottile, socio Cai e tra i principali sostenitori dell’iniziativa, ha ricordato che Quintino Sella nel 1863 ritardò appositamente l’ascensione al Monviso, in vetta la quale fu deciso di fondare anche in Italia un Club Alpino, per potersi accompagnare al senatore calabrese Giovanni Barracco, nel segno dell’Italia da poco unita.
Con una semplice cerimonia, sulle note della Montanara, Giuseppe Castronovo e Daniela Formica, presidente della sezione torinese del Cai, hanno scoperto la targa con la nuova denominazione “salita al Cai Torino” (vedi foto).
Nella stessa giornata è stata inaugurata la nuova mostra del Museo nazionale della Montagna, dedicata alle “stelle olimpiche” del cinema. L’idea di una mostra dedicata al cinema olimpico è nata durante le Olimpiadi invernali di Torino 2006 ed è frutto della collaborazione tra il Museomontagna di Torino, il Musée Olympique di Lausanne (Svizzera)e la Maison des Jeux Olympiques di Albertville (Francia).
La prima parte dell’esposizione, aperta fino al 18 maggio 2008, è dedicata ai film delle varie edizioni dei giochi olimpici invernali: sono esibiti i manifesti dei film e si proiettano spezzoni significativi degli stessi. La seconda parte concentra l’attenzione su quei film che hanno per soggetto le Olimpiadi e la terza, la più ricca, si occupa di quei campioni olimpici che sono diventati delle vere e proprie stelle cinematografiche, come la norvegese Sonja Henie, l’austriaco Toni Sailer e la tedesca Katarina Witt o sono stati protagonisti di pellicole, come Gustav Thöni, Jean-Claude Killy e Alberto Tomba.
Di quattro campioni (Toni Sailer, Gustav Thöni, Jean-Claude Killy e Katarina Witt) sono state realizzate, appositamente per la mostra, quattro videointerviste proiettate a ciclo continuo.
La mostra, come il relativo catalogo, è stata curata da Aldo Audisio con la collaborazione di Roberto Serafin e Alain Arvin-Bérod. Dal prossimo mese di febbraio si affiancherà alle collezioni presentate una rassegna retrospettiva con le principali pellicole scelte tra quelle citate nel percorso espositivo.
Una vera attrazione per sportivi e cinefili, a sottolineare l’importanza della quale era presente anche l’ottantaseiennenne Rolly Marchi, l’unico giornalista che abbia seguito tutti i giochi olimpici invernali dal 1936 a Garmisch, (allora sedicenne al seguito del padre) a Torino 2006.