Nel corso di questo mese di settembre, con la ripresa dei lavori del Consiglio Regionale del Piemonte, ufficializzeremo la costituzione del gruppo “Amici della Montagna”. L'idea è venuta qualche tempo fa a me ed al collega Bizjack e si basa sulla semplice costatazione che, nonostante si faccia già molto, occorre un “di più” d'impegno affinché la montagna piemontese sia pienamente valorizzata.
Non c'è dubbio che, per noi, i protagonisti delle scelte di sviluppo delle nostre “terre alte” – oltre agli amministratori pubblici – dovranno essere sempre più le genti, l’ambiente, la cultura materiale, l’economia della montagna. Questa è una realtà che ha dimostrato vitalità, valori, intraprendenza ed una forte propensione a costruire un giusto equilibrio tra sviluppo economico e sociale e tutela dell’ambiente e della biodiversità. Mettere in campo anche in Consiglio Regionale una vera e propria “lobby” interpartitica che si propone di affermare le scelte utili affinchè il principio della sostenibilità si possa coniugare con i processi di innovazione, ci è parsa una cosa giusta oltre che necessaria.
C’è bisogno di fare “sistema” un po’ ovunque ma per la nostra montagna questa scelta diventa imperativa. Si avverte la necessità di coordinare tutte le attività di promozione e valorizzazione delle zone montane, adeguare l’impianto legislativo nazionale e regionale, incentivare la tutela attiva dell’ambiente e la difesa dell’assetto idrogeologico, mantenere e sviluppare un livello accettabile di servizi essenziali nei piccoli comuni montani come presidio di socialità e di vivibilità, dare fiato e prospettiva alle filiere economiche ( a partire dalla “messa in valore” di grandi risorse da sfruttare con intelligenza e rispetto, come il legno e l’acqua). Insomma, bisogna guardare con occhi nuovi alle opportunità offerte dalle nostre montagne. Che in questi anni sia tornata a circolare la consapevolezza che le marginalità e i problemi di molte aree montane possono essere affrontati e risolti trasformandoli in opportunità di sviluppo economico e di rilancio dell'intera economia regionale, è un buon inizio.
Tra gli amministratori di comuni e comunità montane si è fatta strada – grazie anche all'operato della Regione e dell'assessore Sibille – la voglia di fare e sta decisamente arretrando la pura lamentazione dei problemi e la rassegnazione sul destino “cinico e baro” delle comunità che vivono nei territori montani. L'agenda del nuovo gruppo di lavoro – al quale hanno già confermato l'adesione molti consiglieri di maggioranza ed anche d'opposizione – sarà molto fitta.
E non potrebbe essere altrimenti, visti i problemi tra i quali svetta l'esigenza di modificate il disegno di legge governativo sulle fasce altimetriche. Ma, in ultima analisi, va rammentato che il centro di una politica attiva per la montagna si muove attorno ad un “perno” preciso: agire affinché si torni a produrre reddito in montagna, indirizzando gli investimenti per ripristinare un sistema economico che consenta di rilanciare e stabilizzare residenze permanenti, ricostituire comunità andate perdute nei decenni del tumultuoso sviluppo industriale delle pianure che ha prodotto spopolamento e abbandono del territorio.